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La famiglia Aosta, i Duchi di Aosta come comunemente vengono identificati, è, infatti, un ramo della Casa di Savoia che discende da Amedeo di Savoia terzogenito di Vittorio Emanuele II, il primo Re d'Italia. Amedeo sarà Re di Spagna nel 1871, abdicherà nel 1873 e riprenderà il titolo ducale. Gli Aosta si sono distinti nel tempo attraverso il multiforme impegno di straordinarie personalità, da Emanuele Filiberto Comandante della III^ Armata, qualificata "invitta" nel Bollettino della Vittoria del 4 novembre 1918, a Luigi Amedeo, Duca degli Abruzzi, due volte circumnavigatore del globo, scalatore ardito (Monte Sant'Elia, Ruwenzori, K2), partecipante alla spedizione verso il Polo Nord, colonizzatore della Somalia, ad Amedeo eroico difensore dell'Amba Alagi, ad Aimone, Re di Croazia con il nome di Tomislavo II, padre di Amedeo e pertanto nonno del giovane Aimone. Come molti principi moderni non impegnati in un ruolo istituzionale Aimone lavora in una grande realtà industriale, la Pirelli, in qualità di Amministratore Delegato della filiale russa ed ha sede a Mosca.
di Salvatore Sfrecola La maggior parte dei monarchici italiani, soprattutto dei ragazzi del Fronte Monarchico Giovanile (F. M. G. ), che fa capo all'Unione Monarchica Italiana (U. I. ), lo vorrebbe Re d'Italia. E in effetti nei confronti di Aimone di Savoia, figlio di Amedeo e di Claudia d'Orleans, che oggi compie 50 anni, essendo nato a Firenze il 13 ottobre 1967, milita una profezia non di poco conto. L'avrebbe fatta San Pio da Pietrelcina molti anni fa a Maria Josè, allora Principessa di Piemonte. Era andata a trovarlo a San Giovanni Rotondo nell'atmosfera ricca di tensioni alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il frate santo aveva preannunciato la caduta della Monarchia. Ma aveva anche previsto che un Re all'Italia l'avrebbe dato, negli anni a venire, un principe di un altro ramo di Casa Savoia. E così è stato facile per i monarchici dell'U. I., l'Associazione presieduta da un giovane e brillante avvocato napoletano, Alessandro Sacchi, identificare in Aimone di Savoia Aosta l'uomo della profezia dell'umile cappuccino che infiamma i cuori e le menti di milioni di cattolici in Italia e nel mondo.
E alla fine la piccola Isabella, «crollò». Nelle stanze di Palazzo Reale a Torino, la terzogenita di Aimone di Savoia Aosta, 6 anni, chiede aiuto al papà. Ed eccola in braccio ad Aimone. «Volevo portarli a Torino, prima capitale d'Italia con i Savoia: Umberto, 10 anni, mi ha chiesto di disegnare un albero genealogico dei Savoia e gli ho promesso che lo faremo in estate, in Puglia», spiega al Corriere Aimone (51 anni, figlio di Amedeo), il più schivo dei Savoia. «Io ero piccolo e papà mi impose lo studio dell'albero del casato, altri tempi». Sposato con Olga di Grecia — «ci siamo conosciuti alle nozze di Elena, figlia di re Juan Carlos, e quando re Felipe, mio cugino, viene a Mosca cerchiamo di vederci» — Aimone si ferma davanti a un'armatura: «Vedi, era di "Testa di Ferro", Emanuele Filiberto». shadow carousel Il principe nelle residenze sabaude Come si crescono dei giovani principi, oggi? «Insegno loro non che sono principi ma la storia di famiglia. Poi dovranno trovare lavoro: non abbiamo risorse per vivere senza e, anche le avessimo, un principe non può rinunciare a lavorare».
Laureato in economia alla Bocconi Aimone è stato, come il padre Amedeo, allievo del Collegio Navale Francesco Morosini di Venezia. Ha frequentato i corsi dell'accademia navale e, da Ufficiale di Stato maggiore, è stato imbarcato su nave Maestrale, una fregata della nostra Marina Militare impegnata nelle operazioni della Guerra del Golf Dopo la laurea ed un periodo di specializzazione presso la J. P. Morgan & Co., ha lavorato nel settore marketing del Gruppo Rinascente e del Gruppo Merloni. Nel 1994 si è trasferito in Russia, a Mosca per lavorare con la Tripcovich Trading Company. Nel 2000 è stato assunto dal gruppo Pirelli nell'ambito del quale ha ricoperto la carica di direttore generale responsabile per il mercato della Russia e di tutti i paesi dell'ex Unione Sovietica. Nel 2006 è stato vicepresidente dell'Associazione delle imprese italiane in Russia, la Gim-Unimpresa, socio aggregato di Confindustria. Dal 1º luglio 2012 Amministratore Delegato della Pirelli Tyre Nordic, responsabile per tutti i mercati dei paesi scandinavi, e, dal 1º settembre 2013, è responsabile per Pirelli Tyre della regione Russia e paesi nordici.
E gli italiani, con maestri-imprenditori da Pirelli ad Agnelli o Olivetti, possono lavorare bene con Mosca. Interferenze? Rispondo con le parole del ministro Sergey Lavrov: "Se Mosca è considerata una potenza regionale come può interferire con gli Usa? O l'Europa? "». Ed è vero che per sciogliere il mistero degli ultimi Romanov è stato prelevato a Londra il Dna del principe Filippo, marito di Elisabetta II? «Sì, ma avrebbero potuto chiedere a noi: siamo imparentati con gli ultimi zar. Quando arrivai nel '92, Nicola II nei libri era "il sanguinario", oggi c'è scritto che era "santo". La storia va vista in prospettiva: sogno quando anche in Italia sarà eretta una nuova statua per celebrare Carlo Alberto. Umberto II pagò per tutto, con l'esilio». C'è un futuro per la monarchia? C'è pure quella strana profezia legata a Padre Pio... «No, la monarchia non tornerà mai in Italia. Non ho esitato a giurare fedeltà alla Repubblica quando dopo il Morosini a Venezia e l'Accademia navale sono salito sulla fregata Maestrale.
Quanto alla "profezia" che dice più o meno che tornerà un Savoia, quando mi sono inginocchiato sulla tomba del Santo ho chiesto perdono per quel bassorilievo che mi ritrae nella cripta di Padre Pio. Conobbi bambino l'autore dell'opera e disse che voleva ritrarmi, chi poteva immaginare…». Casa Savoia è sempre divisa. Pure sul rientro delle spoglie di Vittorio Emanuele III a Vicoforte, per iniziativa di Maria Gabriella. «Mio padre cercò di far tornare la salma del Duca degli Abruzzi sepolto in Somalia, oggi la tomba è profanata. Sì, era giusto, con l'instabilità del Nord Africa, rimpatriare le salme del re e della regina Elena. Ma il loro posto è al Pantheon». È il desiderio pure di Emanuele Filiberto, figlio di Vittorio Emanuele. I rapporti tra voi sono sempre tesi? «Guardo al futuro, ai piccoli Umberto, Amedeo e Isabella... e con Emanuele Filiberto, dopo una causa che ci ha divisi per anni, potremmo riavvicinarci». 1 aprile 2019 (modifica il 1 aprile 2019 | 10:25) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Da anni lei lavora in Russia, dopo gli inizi alla Rinascente. «Sì, inizio milanese: ho studiato un po' alla Bocconi, fatto uno stage in Rinascente... e pure mio figlio Umberto ha frequentato un anno di scuola a Milano, al San Carlo. Poi, a portarmi a Mosca, nei '90, dopo JP Morgan a Londra, fu una piccola trading company». La Russia delle privatizzazioni «selvagge»? «Sì, un Far west, ho conosciuto imprenditori assassinati per nulla: tumultuoso ma interessante. Papà non voleva saperne di lasciarmi andare. Ora forse mi ha perdonato». Oggi lei guida Pirelli Tyre in Russia, in tutta l'area ex Sovietica e nei Paesi nordici: 3. 500 persone, due stabilimenti. Tronchetti Provera si fida. «Sono rientrato due volte in Italia, ma il mio destino evidentemente era a Mosca». E come spiega il successo di Putin (che nel 2018 le ha conferito l'Ordine dell'Amicizia)? Ma pure i timori dell'Ue che teme interferenze alle elezioni europee. «Dopo Eltsin, Putin ha portato la sua visione politica in un Paese complesso, poi c'è tanto da cambiare come è vero che i russi sono abili commercianti, ma meno bravi con le imprese.
Ha le sembianze di Aimone di Savoia ed indossa il collare dell'Annunziata che Re Umberto II gli aveva conferito quando il giovane aveva 15 anni. Titolo dell'opera: "Bellezza e regalità ti stanno d'intorno ".
Imparentato con le famiglie reali di Grecia, Danimarca, Bulgaria, Romania, Regno Unito, Spagna, Francia e Russia, Aimone, che parla correttamente inglese, francese, spagnolo e russo, è sposato dal 2008 con Olga di Grecia, secondogenita del principe Michele. Ha tre figli, Umberto (Parigi 7 marzo 2009), principe di Piemonte, Amedeo (Parigi, 24 maggio 2011), duca degli Abruzzi, Isabella (Parigi, 14 dicembre 2012). I monarchici italiani sperano nella profezia di San Pio e guardano con fiducia il bassorilievo dello scultore Cesarino Vincenti nella cripta dove fino a qualche tempo fa riposava il corpo del cappuccino Santo. L'opera raffigura la Sacra Famiglia attorniata da un gruppo di persone: vi compaiono la Madonna con Gesù Bambino in grembo e San Giuseppe. Dinanzi alla Sacra Famiglia è Padre Pio che regge tra le braccia un agnello. Compare poi un gruppo di giovinetti e una ragazzina inginocchiati. Tutti sono rappresentati negli abiti tradizionali, eccetto lo stesso Padre Pio, con il saio francescano, ed uno dei ragazzi ritratto in abito moderno da cerimonia.