Capo Di Stato Maggiore Esercito
Nel 2018, alcuni esemplari nati in Spagna, sono stati liberati in natura, con l'intento di ripopolare l'isola [4] [5]. Il suo habitat è costituito da una commistione di praterie naturali, aree agricole estensive e pascoli, intercalati da aree a vegetazione arbustiva mediterranea. Conservazione [ modifica | modifica wikitesto] La IUCN Red List classifica A. fasciata come specie a basso rischio ( Least Concern). [1] In Italia è specie protetta ai sensi della legge 157/92 [6]. La sua sopravvivenza è a rischio elevato. I pericoli maggiori sono rappresentati dal bracconaggio, dalle trasformazioni degli habitat, spesso causate dall'abbandono delle colture tradizionali, dalla sempre maggiore presenza umana nelle aree vocazionali per la specie e dai frequenti incendi dolosi. La popolazione italiana è pressoché concentrata in Sicilia, in cui nidificano 16-19 coppie [3]. Note [ modifica | modifica wikitesto] ^ a b ( EN) BirdLife International, Aquila fasciata, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2019.
L'Aquila di Bonelli: una specie che ha bisogno di aiuto e che ci affascina per la sensazione di natura indomita che ci trasmette La gran parte delle popolazioni di Aquila di Bonelli sono in calo. A livello mondiale questo racape è ampiamente distribuito nell'Europa meridionale, in Nordafrica, il vicino Oriente, l'India ed il sud della Cina. La popolazione del Mediterraneo occidentale è costituita da 1600-2200 coppie, delle quali 900 (47%) presenti in Paesi dell'Unione Europea: Spagna (733-768 coppie, inclusa Maiorca), Italia (34-28 coppie in Sicilia) e Francia (30 coppie). Lo stato di conservazione dell'Aquila di Bonelli in Spagna sarà presto verificato, grazie al censimento nazionale della specie che verrà realizzato nel 2018 quale iniziativa del progetto AQUILA a-LIFE in collaborazione con SEO/BirdLife. La diminuzione dell'Aquila di Bonelli in Europa contarsta con la stabilità, ove non anche il recupero nello stesso periodo di altri grandi rapaci, quali l'Aquila imperiale spagnola o l'Aquila reale, specie con le quali essa condivideva medesimi problemi e punto debole dell'Aquila di Bonelli potrebbe essere rappresentato dall'elevata mortalità causata da elettrocuzione e dovuta alla sua abitudine, a differenza di altre specie di grandi aquile di posarsi, oltre alle parti alte dei piloni, anche in punti più bassi dei tralicci, nei quali il rischio si moltiplica.
Habitat L'Aquila di Bonelli vive in ambienti molto variabili, generalmente preferendo zone rocciose e pareti per posizionare il nido, sebbene possa giungere a cosrtuirlo anche su albero o su tralicci elettrici. L'alimentazione dei riproduttori si basa sulle specie preda più abbondanti nei territori di nidificazione, con una preferenza per coniglio selvatico, pernici o columbidi, pur non disdegnando corvidi o altri passeriformi, lucertole e serpenti. Ecologia I giovani compiono movimenti dispersivi verso aree con grande densità di prede, nelle quali si uniscono a giovani di altre grandi aquile. Questi movimenti possono andare da decine fino a migliaia di chilometri. Durante il progetto LIFE BONELLI è stato possibile constatare la dispersione di Aquile di Bonelli liberate nell'area di Madrid fino al continente africano (Marocco e Senegal). Dopo aver trascorso un periodo variabile nelle zone di dispersione, i giovani entrano positivamente a far parte della popolazione riproduttiva, sia rimpiazzando uno degli adulti in in territori già formati, sia definendo territori nuovi o tornando in territori già da tempo abbandonati.
L'aquila del Bonelli è un rapace particolarmente aggressivo; notevole è il suo senso di territorio che la spinge ad opporsi alla vicinanza di altri rapaci. Ha un volo estremamente bello da vedere; ne fa mostra anche durante le sue parate nuziali, alquanto scenografiche. L'aquila del Bonelli (detta anche aquila fasciata) è una specie sedentaria, diffusa soprattutto nell'Europa meridionale, in Africa e anche in alcune zone del medio e dell'estremo Oriente. Nel nostro Paese nidifica in Calabria e in Sicilia, e si spera presto, riprenderà a farlo anche in Sardegna.
Critica anche la minaccia rappresentata dai cavi elettrici e dalla progressiva distruzione dell'habitat, che ha causato anche una importante diminuzione della disponibilità di prede. Ulteriori minacce che gravano sulla specie sono il disturbo da parte dell'uomo – considerando che in Italia non esistono zone completamente disabitate, anche con riferimento alle aree più impervie – e la competizione con altri rapaci, che rappresenta una minaccia comunque secondaria rispetto a quelle sopra delineate. In Italia è il bracconaggio che rischia di compromettere del tutto le già scarse probabilità di sussistenza della popolazione siciliana. A questo si aggiunge l'esigenza di una corretta e attenta gestione delle residue aree di nidificazione, con particolare riferimento alla necessità di salvaguardare la fase della schiusa delle uova da ogni possibile interferenza umana. Stato di salute La specie è considerata in serio pericolo sia a livello comunitario sia su scala continentale. Evidente il declino registrato negli ultimi 30-40 anni, un declino che si è solo parzialmente arrestato nell'ultimo decennio, tanto che in Europa, attualmente, la popolazione complessiva di Aquila di Bonelli non supera il migliaio di coppie, pari peraltro alla quasi totalità della popolazione continentale complessiva.
Sarebbe infatti necessaria la presenza di almeno 200-210 coppie, pari a circa 600 individui, per minimizzare la probabilità di estinzione nei prossimi 100 anni. Vista questa forbice drammatica che separa l'attuale consistenza della popolazione di Aquila di Bonelli dal Valore di Riferimento Favorevole, si può proporre quantomeno il valore di 90-95 coppie (pari all'FRV individuato considerando gli scenari più favorevoli) come adeguato target di conservazione a medio termine. Minacce Oltre a tutta una serie di problematiche legate al disturbo da parte dell'uomo prima ancora che dalla persecuzione diretta, l'Aquila di Bonelli soffre particolarmente, durante la fase riproduttiva, di variazioni climatiche, di fluttuazioni rispetto all'abbondanza di prede, della presenza di linee elettriche. Un fattore quest'ultimo particolarmente impattante dati i frequenti episodi di giovani individui rimasti uccisi, appena involati, a causa dell'impatto con i cavi dell'alta tensione. In ordine di importanza, resta la persecuzione diretta il fattore di maggiore criticità che rischia di minare alle fondamenta ogni possibilità di sopravvivenza della specie nel nostro Paese.
Semaforo Qualunque sia lo scenario considerato, la popolazione di Aquila di Bonelli nel nostro Paese appare sull'orlo dell'estinzione. In assenza di significative inversioni di rotta, questa specie si estinguerà completamente entro poche decine di anni. Anche il target di conservazione individuato considerando gli scenari più favorevoli in termini di bassa mortalità ed elevato successo riproduttivo, la distanza tra l'attuale consistenza della popolazione italiana della specie e la Minima Popolazione Vitale (MVP) appare allo stato delle cose totalmente incolmabile. Fattore Stato di conservazione Range* in decremento cattivo Popolazione ridotta; probabilmente in decremento Habitat della specie poco conosciuto sconosciuto Complessivo *Variazione della popolazione negli anni Canto L'apparizione dell'Aquila di Bonelli è breve e fugace. L'unico modo per "convincerla" ad entrare in contatto – almeno da lontano – con l'uomo è attenderla in un'area con relativa abbondanza di prede. Mai, tuttavia, durante il periodo riproduttivo, in cui l'Aquila di Bonelli se ne sta solitaria nei pressi del nido, emettendo il proprio caratteristico canto, composto da suoni brevi e distanziati, molto meno acuti e variegati di quelli che caratterizzano il canto di altri rapaci.
In Italia la popolazione è ridotta a sole 13-18 coppie (che crescono a 18-20 secondo i dati raccolti da altri autori). Tutelata sia da un Piano d'Azione Internazionale, sia dalle Direttive comunitarie sia, infine, dalla legislazione venatoria italiana, l'Aquila di Bonelli si trova tuttora in uno stato di conservazione particolarmente critico nell'intero continente. Per questo anche la tutela della ridottissima popolazione italiana – pari a non oltre il 2% di quella complessiva europea – risulta estremamente importante per garantire la sopravvivenza della specie almeno a livello del bacino mediterraneo. Tanto più se si pone attenzione alla passata distribuzione della specie nel nostro Paese, di certo più ampia e non limitata con certezza, come oggi, alla sola area siciliana. Il generale decremento delle coppie nidificanti nel nostro Paese non sembra peraltro arrestarsi, con locali estinzioni e rare colonizzazioni. In Sicilia sono stimate 13 coppie, di cui 9 certe, diminuite di oltre il 13% rispetto agli anni Ottanta, mentre negli anni Settanta le coppie stimate erano almeno 40.