Capo Di Stato Maggiore Esercito
Solo successivamente riuscirà a scrutare le cose direttamente ma ancora incapace di volgere gli occhi al sole. Dopo un po' potrà fissare il sole di giorno e ammirare lo scintillio delle cose reali. Lo schiavo vorrebbe ora rimanere lì, in quel mondo di superiore bellezza. Ma, se per rendere partecipi i suoi compagni, scendesse nuovamente nella caverna? I suoi occhi però sarebbero offuscati dall'oscurità, non abituato più a vedere le ombre. Sarebbe deriso e respinto per gli " occhi guasti "; e alla fine, probabilmente, anche ucciso dai vecchi compagni, infastiditi dal suo vano tentativo di portarli alla "luce". «Se dovesse di nuovo valutare quelle ombre e gareggiare con i compagni rimasti sempre prigionieri […] non farebbe ridere e non si direbbe di lui che torna dalla sua ascesa con gli occhi rovinati e che non vale neanche la pena di provare a salire? Non ucciderebbero chi tentasse di liberarli e di condurli su? » Interpretazione Il mito della Caverna, come detto, rappresenta totalmente il pensiero di Platone.
Scopri la raffigurazione di Platone nella "Scuola di Atene" di Raffaello MITO DELLA CAVERNA: SIGNIFICATO DI UN GRANDE RACCONTO FILOSOFICO Platone, nel suo racconto del mito della caverna, immagina poi quello che succederebbe se uno dei prigionieri si liberasse e riuscisse a risalire in superficie. All'inizio sarebbe accecato dalla luce potente del sole e dovrebbe aspettare il passare dei giorni per abituare la vista a tutto quel bagliore. Successivamente comincerebbe a scoprire il mondo, a vedere prima le ombre poi piano piano le cose, gli oggetti che lo circondano e capirebbe che quello che riteneva vero in cattività era semplicemente la proiezione della realtà. Allora, armato di buona volontà, riscenderebbe per liberare i compagni e per dire loro che sono prigionieri e che la vita così come è si trova al di fuori della caverna. L'uomo non verrebbe creduto, verrebbe deriso e forse anche ucciso dai compagni che preferirebbero rimanere nella loro condizione misera ma conosciuta anziché dover affrontare la fatica della risalita ed il possibile accecamento.
Il Mito della Caverna è una delle allegorie più conosciute di Platone che si trova all'inizio del settimo libro della "Repubblica", essa è vista come una sintesi dell'intero pensiero di Platone. Trama del "Mito della Caverna" "Pensa a uomini chiusi in una specie di caverna sotterranea […]" Così comincia il mito della Caverna, ambientato in una caverna sotterranea. Qui vi sono degli schiavi, incatenati e costretti a guardare e rivolgere la testa solo davanti a sé. Dietro di loro vi è un fuoco, e tra il fuoco e loro vi è un muro costruito su una strada in salita. L'immagine di chiunque passa, con qualunque oggetto porti con sé, proietta la sua ombra (grazie al fuoco) sul fondo della caverna. Ciò permette ai prigionieri di vedere solo le ombre, e non la realtà esistente. «per questi uomini la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti» Ma se uno riuscisse a liberarsi da quelle catene? Voltandosi non vedrebbe più ombre, bensì la realtà delle cose. Inizialmente non distinguerà bene gli oggetti, accecato dalla luce.
Vi è infatti una netta differenza tra un uomo che ama le cose belle (l'opinione) e un uomo che ama invece la bellezza in sé (la verità). Il primo non può che avere un opinione della bellezza riferita ad una determinata contingenza dei sensi, per cui la bellezza rimane un'esperienza soggettiva legata al gusto personale di chi la considera, il secondo raggiunge la vera conoscenza del bello in quanto ne considera il concetto puro e universale, valido in ogni occasione. Sul concetto di verità e opinione è bene riportare uno dei miti più celebri di Platone, il mito della caverna (il mito era in Platone un racconto metaforico e simbolico avente come scopo la semplificazione dei concetti da esprimere). Il mito della caverna Platone (per bocca di Socrate) immagina gli uomini chiusi in una caverna, gambe e collo incatenati, impossibilitati a volgere lo sguardo indietro, dove arde un fuoco. Tra la luce del fuoco e gli uomini incatenati vi è una strada rialzata e un muricciolo, sopra la strada alcuni uomini parlano, portano oggetti, si affaccendano nella vita di tutti i giorni.