Capo Di Stato Maggiore Esercito
Nel biennio 1464-65 si trovava a Roma per la decorazione nella basilica di San Marco, annessa, già dal Quattrocento a Palazzo Venezia, realizzando scene con San Marco Evangelista e San Marco Papa. Si pensa che nello stesso periodo, sempre nella capitale, avesse collaborato con Antoniazzo Romano agli affreschi nella basilica dei Santi XII Apostoli (cappella Bessarione). Negli anni successivi (1465-75) la sua attività artistica si svolse per circa un decennio ad Urbino, dove entrò a diretto contatto con la pittura di Piero della Francesca. Il Melozzo lasciò in quella città una chiara influenza su due artisti che vi giunsero nell'ultimo biennio del suo soggiorno: il fiammingo Giusto di Gand (Gand, 1430 circa – 1480 circa) e lo spagnolo Pedro Berruguete (Paredes de Nava, 1450 circa – Ávila, 1504 circa). È questo il periodo in cui Melozzo approfondì lo studio della prospettiva in senso illusionistico. A Urbino, si pensa che l'artista avesse collaborato nella realizzazione dei "Ritratti di uomini illustri" nello studiolo del Duca, impiegando le sue caratteristiche prospettive da sfondo: "probabilmente risaliva l'inquadratura architettonica della biblioteca e dello studiolo" [fonte: L'arte, volume quarto (mat-rem), UTET, Torino 2002, a pagina 26].
Indirizzo via Romanello da Forlì 6, Forlì Numero di telefono 0543- 34925 L'Istituto Professionale per i Servizi Sociali Melozzo da Forlì si trova in via Romanello da Forlì 6 ed è una Sezione associata che ha come Istituto di riferimento l'I. I. S. Roberto Ruffilli. Il Melozzo da Forlì propone agli studenti i seguenti indirizzi di studio: tecnico chimico e biologico (nuovo ordinamento); tecnico servizi sociali (nuovo ordinamento); tecnico della grafica pubblicitaria (nuovo ordinamento). Se stai frequentando o hai frequentato in passato l'Istituto Professionale per i Servizi Sociali Melozzo da Forlì puoi inserire la tua opinione su questa scuola in queste pagine e richiedere l'apertura di un forum di discussione ad essa dedicata. Recensione Utenti Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima! Altri contenuti interessanti su QScuole
Melozzo di Giuliano degli Ambrosi, detto Melozzo da Forlì, pittore e architetto italiano, nasce Forlì, l'8 giugno 1438 da una famiglia di artisti-artigiani, Il suo percorso pittorico comincia come allievo del maestro giottesco Baldassarre Carrari, ma ebbe modo anche di frequentare Giovanni Santi, padre di Raffaello. Melozzo si dedica presto alla pittura, un documento del 1461 lo definisce "Melotius pictor" ed il biografo Vasari pur non dedicandogli una delle sue "Vite", sostiene che "fu molto studioso delle cose dell'arte". Per coltivare il proprio talento, guadagnarsi il pane e la gloria, il giovane artista lascia la città natale per Rimini, e poi per Padova, sulle tracce dei pittori che prima di lui stavano creando la grande scuola del Rinascimento italiano: Alberti, Piero della Francesca a Rimini e Mantegna a Padova.
All'atto solenne assistono Girolamo Riario, signore di Forlì, il cardinale Giuliano della Rovere con suo fratello Giovanni, prefetto di Roma, e Raffaello Sansoni, protonotario apostolico. Tutto è in uno scenario di turchese, d'oro, di marmi prezîosi, in piena luce, in giusto rapporto coi personaggi dal piglio minaccioso, risoluto e audace. Sono segnati come con una punta di ferro, con una forza caratterizzatrice, penetrante nella sua schietta rudezza. Ai Ss. Apostoli, permettendo lo spazio i voli alla fantasia del pittore, figurò Cristo trionfatore innalzarsi, tra il brulicar degli angioli in festa, inneggianti, in un'accensione di sole, alla gloria di Dio, mentre gli Apostoli paiono sollevati sulla terra dall'impeto del desiderio, dall'estasi profonda. Dopo tanto fulgore, il grande forlivese si presenta appena di sfuggita nel ritrattino di Guidobaldo d'Urbino fanciullo, nello sforzo erculeo del Pestapepe, nell'ideazione della fastosa decorazione della cappella del Tesoro a Loreto eseguita per il cardinale Girolamo Basso della Rovere, come in quella della cappella Feo in San Biagio a Forlì: opere in cui lascia la traccia dell'impeto iniziale del suo genio.
Nel 1489 il pittore è ancora a Roma per completare il lavoro nell'abside della Chiesa dei Santi Apostoli e realizzare il mosaico della Cappella di Sant'Elena nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, con Gesù benedicente attorniato dagli evangelisti, in cui il pittora utilizza elementi della pittura bizantina. altro affresco memorabile la decorazione di una delle sacrestie monumentali del grandioso santuario pontificio, la Basilica della Santa Casa di Maria, a Loreto, di cui decora l'interno della cupola con figure ed elementi architettonici che sono un capolavoro di sapienza prospettica e di bellezza ideale che, per ragioni misteriose, non venne completato, forse perchè conteso dalle varie corti italiane. A Roma Piero della Francesca esegue su incarico di Girolamo Riario, anche lavori in veste di Architetto per ricostruire un palazzo a Roma, edificio che oggi è noto come Palazzo Altemps; sempre su commissione del Riario progettò altri palazzi ad Imola e Palazzo Riario a Forlì. Ad Ancona, nel 1493, realizzò la decorazione di alcuni soffitti del Palazzo Comunale, poi rientra a Forlì e accetta di decorare, con l'aiuto del suo allievo prediletto Palmezzano, la cappella gentilizia della famiglia Feo nella chiesa di San Biagio.
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Sempre a Roma, nel 1480 affrescò l' Ascensione di Cristo nella chiesa dei Santi Apostoli, dove dipinse i famosi Angeli Musicanti. Realizzò anche l' Annunciazione del Pantheon, e gli affreschi Dottori della Chiesa in Santa Francesca Romana. Inoltre, collaborò con Andrea Bregno alla realizzazione del Monumento del cardinale Giovanni Diego de Coca, a Santa Maria sopra Minerva. Nel 1481 Melozzo soggiornò nuovamente ad Urbino dove, secondo alcuni critici, dipinse il ritratto di Federico da Montefeltro col figlio Guidobaldo, oggi alla Galleria Nazionale delle Marche. Nel 1484, alla morte di Sisto IV, soggiornò a Loreto, dove realizzò l'affresco della cupola della Sagrestia di San Marco, presso la basilica della Santa Casa di Loreto. Nel 1489 Melozzo, nuovamente a Roma, realizzò il mosaico della Cappella di Sant'Elena di Santa Croce in Gerusalemme, di chiara influenza bizantina. Ad Ancona, nel 1493, eseguì la decorazione di alcuni soffitti del Palazzo Comunale, oggi persi. Tornato a Forlì, affrescò la Cappella Feo della chiesa di San Biagio con Marco Palmezzano, suo discepolo, anch'essa perduta, e realizzò il Pestapepe, da alcuni attribuito a Francesco del Cossa, conservato nella Pinacoteca civica di Forlì.
Nel 1477 M. dipinse in Vaticano l' Inaugurazione della Biblioteca rinnovata e restaurata da Sisto IV. Lavorò in Vaticano anche negli anni seguenti, sino al gennaio 1481, avendo Antoniazzo a cooperatore, e Giovanni del Sega forlivese a garzone; fuori del Vaticano, eseguì l' Ascensione di Cristo nella tribuna della chiesa dei Ss. Apostoli, e, come pittore papale, fu tra i fondatori dell'università dei pittori, detta di S. Luca, costituita il 17 dicembre 1478. Lasciò Roma nei primi mesi del 1481; soggiornò in Urbino, dove dipinse il ritratto di Guidobaldo da Montefeltro ancora fanciullo, oggi nella galleria Colonna, e tornò nel 1484 in patria "a visitare" secondo il Cobelli, "la sua brigata, dipintore illustre del conte Girolamo (Riario), il quale lo volse per iscodiero e gentiluomo, e davagli una magna provisione". Dipinse in quel tempo una cupola nella chiesa forlivese dei Cappuccini, distrutta a mezzo il Seicento. Nel maggio del 1489, M. riapparve a Roma, nel 1491 di nuovo a Forlì, dove eseguì il Pestapepe.