Capo Di Stato Maggiore Esercito
Per quello che riguarda gli anziani, sono stati registrati meno contagi, grazie alla copertura vacinale che nel loro caso è del 53%. Ancora bassa, effettivamente. La campagna di vaccinazione di solito è rivolta a loro non per contenere la diffusione del virus, ma per evitare complicazioni in questi soggetti che sono più a rischio. Influenza e Coronavirus Il convegno è stata anche l'occasione per parlare dell' epidemia di Coronavirus che preoccupa anche nel nostro paese, anche se il Covid-2019, come è stato ribattezzato, non deve far paura in Italia. Gianni Rezza aggiunge: Speriamo di superare in fretta il picco di contagi di influenza stagionale e vedere il numero iniziare a scendere. Prima se ne va l'influenza e meglio è, non solo per i rischi collegati alle sue complicanze, ma ance perché qualora dovesse arrivare il Coronavirus in Italia fare una diagnosi differenziale può essere molto complicato. Molto spesso i sintomi del Coronavirus e i sintomi dell'influenza possono confondersi, anche se il Covid-2019 provoca più polmoniti virali.
E' bene ricordare inoltre che i "vaccini antinfluenzali non proteggono invece da infezioni e malattie causate da altri virus che possono dare sintomi simili all'influenza (cosiddette sindromi para-influenzali)". Le regole per difendersi dall'influenza Gli antibiotici non curano l'influenza Un altro punto su cui il ministero della Sanità insiste per una corretta e consapevole informazione riguarda l'utilizzo di antibiotici, che sono efficaci solo contro malattie di origine batterica e risultano totalmente impotenti nei confronti di una malattia virale, come l'influenza. Quindi è improprio curare l'influenza con gli antibiotici che potrebbe essere controproducente, in quanto potrebbe rendere la loro azione inefficace, nei casi in cui la loro assunzione fosse realmente necessaria. Ultimo rapporto virologico di Influnet Come proteggersi dal contagio: 5 regole -Evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa - Lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; in alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti -Evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca - Coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura - Aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna.
Giovanni Casaletti, direttore del Servizio igiene pubblica dell'azienda Usl di Modena Modena, 15 dicembre 2019 - "Siamo ancora ampiamente in tempo per la vaccinazione antinfluenzale. Il picco dell'epidemia si avrà tra fine gennaio e inizio febbraio e, considerando che dopo l'iniezione il nostro sistema immunitario si attiva in dieci-quindici giorni, c'è ancora tutto il tempo per immunizzarsi". A dirlo è Giovanni Casaletti, direttore del Servizio igiene pubblica dell'azienda Usl di Modena secondo il quale, ad oggi, l'epidemia vera e propria non è ancora iniziata. L'influenza prenderà piede dalla prossima settimana quando registreremo le prime persone costrette a letto dal virus con il maggior numero di malati concentrato a gennaio inoltrato. "Per ora stiamo assistendo più che altro a sindromi parainfluenzali e, come accaduto l'anno scorso, il picco di persone influenzate si avrà tra un mese", assicura Casaletti. Per il momento secondo i dati nazionali diffusi dai 'medici sentinella' che effettuano i tamponi faringei i casi di persone col virus dell'influenza sono in media 3 ogni mille: "Il dato modenese è in linea con quello nazionale", commenta Casaletti.
In queste fasce di età si osserva ancora un brusco aumento del numero di casi rispetto alla precedente settimana dovuto alla riapertura delle scuole dopo le festività natalizie. In diminuzione, invece, il numero di casi nei giovani adulti in cui l'incidenza è pari a 11, 1 e negli anziani con 5, 8 casi per mille assistiti. In tutte le Regioni italiane il livello di incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti, tranne nella Provincia autonoma di Bolzano. 25 gennaio 2018 (modifica il 25 gennaio 2018 | 18:10) © RIPRODUZIONE RISERVATA
© SE Poligrafici(wf)|DIRE|3673defdc29427cf62fd57e33fcb1d8a Roma, 19 dicembre 2019 - L 'influenza è entrata nel vivo: è ufficialmente epidemia in tutta Italia con 207. 000 casi solo nella scorsa settimana e 1. 099. 000 da metà ottobre a oggi. Lo rende noto l'ultimo bollettino Influnet dell'Istituto superiore di sanità. Influenza 2019: contagi tra i più piccoli Si parla di 3, 43 casi per mille assistiti e a essere maggiormente colpiti sono i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza di 9 casi per mille pazienti. Tuttavia, i dati, raccolti da 731 medici sentinella che hanno registrato la frequenza di sindromi influenzali tra i propri pazienti, mostrano un andamento dell'incidenza che si può sovrapporre a quello dello scorso anno. Le cifre si dimezzano nella fascia di età 5-14 anni con 4, 07 casi per arrivare ai 3, 47 nell range 15-64 anni fino all'1, 54 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni. Vaccini differenziati contro l'influenza: a ciascuno il suo Aree geografiche d'Italia più colpite L' influenza ha colpito soprattutto Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Umbria ed Emilia-Romagna.
Si tratta di un problema che riguarda un po' tutta l'Unione Europea, almeno secondo quanto emerso nell'ultima rilevazione dell'Eurostat sulla copertura antinfluenzale. Nel report infatti si segnala che nell'Unione Europea solo il 44 per cento degli anziani over 65 si vaccina contro l'influenza. Tra i 21 Stati membri per i quali sono disponibili i dati, il tasso di vaccinazione va da circa 7 persone anziane su 10 (72, 6 per cento) vaccinate nel Regno Unito, a meno del 10 per cento in Lettonia ed Estonia. L'Italia è a metà classifica, in settima posizione, con il 52 per cento di anziani vaccinati. Tra gli Stati membri dell'Ue esistono una serie di politiche diverse per quanto riguarda la messa a disposizione dei vaccini antinfluenzali per persone anziane o per gruppi a rischio di poter andare incontro a complicanze, soprattutto di tipo respiratorio, che possono comportare la terapia intensiva e in alcuni casi anche il decesso. In Italia il vaccino è gratuito per gli anziani con un'età superiore ai 65 ma, come noto, sono ancora sono troppo pochi quelli che aderiscono alla campagna vaccinale, circa uno su due.
Influenza, il virus aumenta la diffusione: 767 mila i casi segnalati solo da metà ottobre A quanto si apprende sul portale dell'ufficio statistico dell'Unione Europea, infatti, oltre alla Gran Bretagna, fanno meglio di noi Paesi Bassi (64 per cento), Portogallo (60, 8 per cento) e Irlanda (57, 6 per cento), ma anche la Spagna e Malta con il 55, 7 per cento e 55, 5 per cento. In realtà, nel nostro Paese le cose andavano peggio anche solo un paio di anni fa. La copertura vaccinale tra gli anziani, pur essendo ancora bassa, è in lieve aumento rispetto a 5 anni fa. «I dati nazionali dell'anno scorso - spiega Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia - per gli anziani over 65 si attestano al 53 per cento, confermando un trend in leggero aumento, all'incirca del 5 per cento in più rispetto a 5 anni fa. Ma è largamente insufficiente e ancora negativo rispetti agli anni 2002-2011, in cui si superava il 60 per cento con punte del 68 per cento».
E assolutamente niente antibiotici come prima terapia: "Influenza e sindromi para-influenzali sono di origine virale – spiega Prandoni – per cui gli antibiotici non servono. Andranno usati, dietro stretta indicazione medica, solo se subentrano complicazioni come polmoniti o otiti batteriche". Quando preoccuparsi Ecco le situazioni particolari nelle quali è bene sentire il medico, secondo le indicazioni di Stefano Prandoni: se il bambino ha meno di tre mesi e ha la febbre (se ha meno di un mese occorre recarsi subito al pronto soccorso); se c'è una febbre particolarmente alta che non si abbassa neppure con l'antipiretico o che anche dopo cinque o sei giorni non accenna a diminuire; se il bambino è molto abbattuto e sonnolento, poco reattivo; se il bambino (specie se piccolo) mostra un'irritabilità insolita ed è molto lamentoso; se mostra segni di difficoltà respiratoria.