Capo Di Stato Maggiore Esercito
In Costa d'Avorio sono presenti 62 gruppi etnici diversi che, a livello descrittivo, vengono raggruppati in cinque grandi ceppi che condividono alcune caratteristiche socio-culturali o etno-linguestiche: Akan, i Gur o Voltaici (come il gruppo etnico dei Senufo), Kru, Mandé del Nord e Mandé del Sud. I gruppi, come premesso si possono differenziare anche per la lingua parlata. Sebbene abbiamo detto che la lingua ufficiale del paese è il Francese, circa il 30% della popolazione parla altre lingue come il baulé, il dioula e l'agni (tra le più diffuse). La popolazione si diversifica non solo per la lingua, anche la religione tradizionale è difficile da definire. Il 39% della popolazione segue l'islamismo, il 22% segue il cattolicesimo, gli evangelici vedono una percentuale del 12%, gli animisti il 4% mentre il restante 2% pratica religioni minori o si dichiara ateo. Capitale della Costa d'Avorio La capitale della Costa d'Avorio è Yamoussoukro anche se spicca un'altra grande città, definita popolarmente come la capitale economica della Costa d'Avorio: Abidjan.
A largo della Costa d'Avorio, nel 1977 sono stati scoperti diversi giacimenti di petrolio, la ricerca è andata avanti e nel 2000 sono stati individuati altri giacimenti promettenti. Turismo in Costa d'Avorio Se ti stai interrogando su come funziona il turismo in Costa d'Avorio, ti consigliamo di rivolgerti a un'Agenzia di Viaggi con Tour operator specializzato in questa meta turistica. Il motivo? In alcune località della Costa d'Avorio la situazione non è stabile. In più vi sono molte questioni sociali. Cosa vedere il Costa d'Avorio? Di interesse è il Parco nazionale di Tai, una delle ultime foreste primarie dell'Africa occidentale. Di notevole spicco è il turismo balneare che può contare su spiagge selvagge o resort lussuosi. Chi è interessato al tema dell' ecoturismo potrà trovare in Costa d'Avorio 8 parchi, 6 riserva naturali e milioni di acri di foresta verde. Tale località è un vero paradiso per chi vuole godersi la natura incontaminata e la flora e la fauna che può offrire una foresta.
Alla lettura della sentenza di assoluzione, il vecchio ex presidente in carcere da otto anni è rimasto immobile, come se l'avesse sempre saputo. Invece il verdetto è stato una sorpresa per molti: a metà gennaio, la Corte penale internazionale dell'Aja ha assolto Laurent Gbagbo, 74 anni a maggio, dall'accusa di aver commesso crimini di guerra durante gli scontri del periodo 2010-2011, dopo le tormentate elezioni che sancirono la fine del suo potere in Costa d'Avorio. Ora potrebbe tornare libero (anche se l'accusa ha fatto appello contro il suo rilascio) e lasciare il centro di detenzione di Scheveningen, in Olanda, dove si trova ancora recluso insieme a diversi condannati per crimini di guerra nella ex Jugoslavia. In quello stesso carcere pochi mesi fa l'ex presidente ha finito di scrivere il suo libro di memorie che è anche un manifesto per un possibile ritorno in patria: si intitola "Libre. Pour la vérité et la justice" (appena pubblicato dalle edizioni Max Milo) ed è il risultato di sei anni di colloqui con il giornalista francese François Mattei.
Alle elezioni presidenziali del dicembre 2010 si arrivò quindi al redde rationem: Gbagbo perse con pochi punti di scarto contro lo sfidante Alassane Ouattara, un economista del Fondo Monetario Internazionale sostenuto da Parigi. Il risultato del voto fu però contestato da Gbagbo, che cercò di restare al potere, giurò di nuovo come capo dello Stato e si asserragliò nel palazzo presidenziale. Seguì un altro periodo di guerra civile che insanguinò il Paese per i primi mesi del 2011, finché gli stessi francesi catturarono Gbagbo e lo portarono davanti alla Corte dell'Aja accusandolo di aver fatto uccidere - durante gli scontri del 2011- tra le 706 e le 1. 059 persone. Secondo la Corte internazionale invece non c'è nessuna prova delle sue responsabilità e la sua assoluzione, oggi, è quindi anche una sconfitta politica per Parigi, che sperava di essersi liberata definitivamente di lui. Il suo rivale Ouattara intanto è ancora al potere: sostenuto dalla Francia (al suo matrimonio ha partecipato di persona Sarkozy) è stato riconfermato nelle - pacifiche - elezioni del 2015.
Un paese destinato, dati questi elementi, a una crescita costante. Ma allora perché si fugge dalla Costa d'Avorio? Il paese è popolato da 22 milioni di abitanti e il 50% di questi ha meno di 35 anni. Le ragioni della fuga occorre andarle a cercarle proprio in questa fascia di popolazione. Di questo, e molto altro, ne abbiamo parlato con Alessandro Rabbiosi responsabile per Terre des Hommes Italia in Costa d'Avorio. L'ho incontrato nella sua casa di Grand Bassam, antica capitale coloniale, affaccia sull'Oceano Atlantico a pochi chilometri da Abidjan. "Innanzitutto bisogna chiarire che vi è un dibattito aperto sulla questione – spiega Rabbiosi -. Le autorità ivoriane non riconoscono, anche con une certa ragione, che tutte queste persone siano ivoriani. Io penso che il nocciolo della questione sia tutto nel fatto che molti degli arrivati possono essere effettivamente partiti dalla Costa d'Avorio senza necessariamente essere ivoriani. Il problema dell'identità reale dei migranti clandestini è quindi centrale.
Le risorse naturali l'hanno resa una nazione prospera comparata alle economia africane. La regione sud-est è caratterizzata da lagune costiere. La regione meridionale, è coperto da una densa foresta tropicale umida. Il centro del paese si snoda da est a ovest come una zona di transizione tra le foreste costiere e la savana dell'interno. Il Nord è un territorio prevalentemente pianeggiante caratterizzato da pianure ondulate, con basse montagne a nord-ovest. La massima elevazione raggiunta in Costa d'Avorio è il Monte Nimba a 1. 752 m sul livello del mare. Idrografia [ modifica | modifica wikitesto] I principali fiumi sono il Bandama che è il più lungo del paese, il fiume Cavally che costituisce parte della frontiera con la Liberia, il fiume Sassandra che sfocia nell'oceano prossimo alla città omonima. Ad est si trova il fiume Comoé che attraversa il paese da Nord a Sud. Un breve tratto del confine con il Ghana è delimitato infine dal corso del Volta Nero. Il Lago Kossou è il più vasto lago della Costa d'Avorio e si trova nelle regioni centrali.
Un racconto in cui non mancano attacchi molto diretti alla Francia e ai suoi capi di Stato, da Sarkozy a Hollande, accusati di neocolonialismo. La figlia, Marie Laurence Gbagbo, fa sapere che, se sarà liberato, suo padre «non vivrà in nessun altro Paese oltre alla Costa d'Avorio, vuole tornarci e ci aspettiamo che torni», ma non specifica se l'ex leader abbia ancora ambizioni politiche. Ed è proprio questa la questione principale: la notizia della sua assoluzione ha scosso il Paese africano e ad Abidjan, la città più importante del Paese (la capitale amministrativa è Yamoussoukro), i sostenitori di Gbagbo sono scesi in piazza per festeggiare il suo possibile ritorno, soprattutto nella popolosa zona di Yaupougon. Nel quartiere di Abobo, a nord della città, ci sono state invece proteste di piazza contro lo stesso Gbagbo: il processo di riconciliazione è ancora lontano dall'essere realizzato, dopo decenni di divisioni, guerre e tensioni. Una volta la Costa d'Avorio era considerata uno dei Paesi più stabili di tutta l'Africa subsahariana: il "padre della patria" Félix Boigny è rimasto al potere dal 1960 fino alla fine del 1993, mescolando il legame di fedeltà alla Francia (e alle aziende francesi) con politiche di pianificazione e programmazione economiche che all'epoca fecero parlare di "miracolo ivoriano".
Siti web turistici: Cote d'Ivoire Tourisme Filmato di una manciati di minuti per un breve assaggio della Costa d'Avorio.
I problemi sono iniziati, appunto, con la sua morte nel '93, a cui fecero seguito svariati colpi di Stato e conflitti etnici per il controllo delle risorse naturali del Paese: diamanti, manganese, nichel, bauxite, oro ma anche legno di mogano, piantagioni di caffè e cacao. Laurent Gbagbo - un professore di liceo e sindacalista, proveniente da una famiglia povera del nord - salì al potere dopo le elezioni del Duemila in cui aveva sfidato il capo della giunta militare Robert Guéï. Entrambi si proclamarono vincitori, ma seguì una rivolta popolare a favore di Gbagbo che così divenne presidente. Le tensioni tuttavia continuarono: due anni dopo scoppiò una nuova guerra civile per il possesso delle terre, con i ribelli che accusavano Gbagbo di favorire gli interessi del suo clan. Fu durante questo conflitto che Gbagbo - anticolonialista, panafricano e di ispirazione socialista - si inimicò definitivamente i francesi, che già non gli avevano perdonato di aver messo fine alle privatizzazioni a favore delle loro aziende.
La Costa d'Avorio è il quarto paese per provenienza dei migranti che sbarcano sulle coste del Mediterraneo, in particolare in Italia. Un paese, dunque, tenuto "sotto osservazione" dall'Unione Europea per arginare i flussi migratori. Un paese, tuttavia, che ha un alto tasso di crescita, che si avvicina alle due cifre. Dopo una contrazione del 4, 7% nel 2011 (dovuta alla crisi politica e alla guerra) dal 2012 la performance economica della Costa d'Avorio ha registrato una crescita pari all'8, 5%, superiore alle previsioni, confermate anche per il 2017. Un paese che, se si considerano questi numeri, fa invidia a molti paesi europei. Il 70% della popolazione ha una qualche occupazione nel settore agricolo. La Costa d'Avorio, infatti, è il maggior produttore e esportatore mondiale di caffè, semi di cacao e olio di palma. E' ricco, inoltre, di grandi quantità di minerali: diamanti, manganese, nichel, bauxite e oro, oltre alle recenti scoperte di giacimenti di petrolio. Il mogano è il principale legname destinato all'esportazione.