Capo Di Stato Maggiore Esercito
Il nuovo corso prese il nome di Termidoro e si fece prevalere una linea politica moderata. Fine della Rivoluzione Negli anni successivi il governo di Parigi decise di abbattere le monarchie assolute in Europa, in cui si erano diffuse le idee rivoluzionarie. Il comando della campagna d'Italia fu affidato a Napoleone Bonaparte, che invase la penisola, dove furono instaurati governi repubblicani sul modello della Repubblica francese. Napoleone poi, rientrato in Francia, con un colpo di Stato militare ( 18-19 brumaio 1799) abolì il governo e trasferì il potere a un Consolato (in cui sedeva con due collaboratori). L'emanazione della Costituzione dell'anno VIII ( 1799), con la quale gli furono attribuiti pieni poteri, sancì la fine della rivoluzione francese e aprì il periodo della diffusione in tutta Europa delle idee rivoluzionarie.
Sulla Francia del XVIII secolo pesano gravi problemi finanziari (l'insufficienza cronica delle entrate nonostante il carico fiscale su gran parte della popolazione; le sperequazioni del sistema tributario; l'assenza di un sistema creditizio moderno; l'arretratezza dell'agricoltura) cui si aggiungono le sollecitazioni ideologico culturali dell'Illuminismo che proclama l'eguaglianza dei diritti tra gli uomini e la sovranità popolare. I fallimenti delle riforme di Turgot, Necker e De Calonne e la convocazione degli Stati Generali, che si riuniranno dal gennaio 1789, sono i primi passi di uno dei più grandi sommovimenti della storia dell'Occidente: ai cahiers de doléances si aggiunge presto la decisione del Terzo Stato (quando re e nobiltà rifiutano l'idea di un'assemblea collettiva) di radunarsi come Assemblea Nazionale nella "Sala della pallacorda" (20 giugno 1789), dove nascerà la Costituzione. Il peggioramento delle condizioni economiche e l'insofferenza popolare sfociano, il 14 luglio 1789, nella sommossa popolare che porta alla presa della Bastiglia e poi alla costituzione della "Guardia Nazionale".
5 maggio 1789 Rivoluzione francese: riassunto dettagliato RIVOLUZIONE FRANCESE: RIASSUNTO DETTAGLIATO Il Re voleva far pagare le tasse a clero e nobiltà; La nobiltà e il clero volevano mantenere i loro privilegi e continuare a non pagare le tasse; Il Terzo Stato (borghesia + contadini) voleva migliorare la propria situazione, voleva il voto "pro capite", cioè un voto a testa per ogni deputato, e non quello "per censo", che però il Re non concesse. Così, i deputati del Terzo Stato, compirono un gesto eclatante: si proclamarono Assemblea Nazionale, e abbandonarono gli Stati generali. Un gesto di ribellione scatenò la furia del Re che provò a rinchiuderli in una stanza del palazzo. I deputati borghesi più furbi, però, si spostarono in una palestra "La Pallacorda" e non si separarono fino a quando avessero ottenuto il voto "pro capite" e finchè non avessero trasformato lo Stato Assoluto in una monarchia parlamentare. Pochi giorni dopo si autoproclamarono Assemblea Nazionale Costituente, il cosiddetto giuramento della Pallacorda segna l'inizio della Rivoluzione Francese e la fine degli Stati Generali.
Lo scopo della rivoluzione era realizzare un nuovo sistema sociale, diverso da quello teologico-feudale del medioevo, in modo da soddisfare le nuove esigenze della società francese. Da un sistema teologico-feudale si sarebbe dovuti passare ad un sistema incentrato perlopiù sull'industria e la scienza. La società contemporanea è infatti frutto di una rivoluzione industriale, resa possibile grazie alle scoperte scientifiche e al continuo perfezionamento della tecnologia. Pertanto, operai e scienziati sono le uniche classi sociali in grado di rivoluzionare, di esercitare un'influenza sull'opinione pubblica e sulla condotta della società. Ciò che non funzionò della rivoluzione fu la scelta di affidare tale compito nelle mani della borghesia. Mappa concettuale Rivoluzione Francese per esami e compiti a scuola Schema e mappa concettuale della Rivoluzione francese, analisi del testo con appunti e approfondimento, per i compiti in classe e le interrogazioni.
Però, se il re concesse che il Terzo stato avesse un numero di rappresentanti doppio, l'aristocrazia ottenne che le votazioni negli Stati generali dovessero avvenire "per ordine" e non a testa: in altre parole, a ogni "stato" toccava un voto e quindi la nobiltà e il clero avrebbero avuto in ogni caso la maggioranza. La questione andò avanti per più di un mese. Il Giuramento della Pallacorda Il giuramento della Pallacorda Il Re, appoggiato dai nobili, non prendeva una decisione sulla questione del voto, così i deputati del terzo stato si riunirono nella sala della Pallacorda dove giurarono di dare una Costituzione alla Francia. Il Clero e 47 membri della nobiltà si unirono a loro formando l' Assemblea Nazionale Costituente. Luigi XVI sconfitto sul piano politico, decise di ricorrere alla forza, ma la borghesia reagì e, con l'aiuto delle classi popolari, il 14 luglio assale e conquista la Bastiglia simbolo del dispotismo del regime assoluto. La rivoluzione Dopo la presa della Bastiglia si succedono eventi a catena: una rivoluzione in città (guidata dalla borghesia) che portò all'abolizione delle municipalità dell'antico regime ed alla formazione della guardia municipale e una rivolta nelle campagne che portò alla distruzione della feudalità.
Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del Cittadino Il 26 agosto 1789 venne promulgata la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del cittadino che era la premessa della Costituzione del 3 settembre 1791. Il re però non approva i decreti della Assemblea Costituente ed il popolo si mobilita di nuovo marciando su Versailles e costringendo il re a trasferirsi a Parigi. Giacobini, Foglianti e Cordiglieri A questo punti si verificò una scissione all'interno dell'Assemblea che diede inizio ad una serie di differenziazioni dei gruppi borghesi: i Giacobini, guidati da Robespierre, avevano atteggiamenti più avanzati, i Foglianti, con a capo La Fayette, erano più moderati, al centro vi erano i Cordiglieri con Danton e Marat. La Costituzione L'Assemblea Costituente comincia a redigere la Costituzione che fu approvata nel 1791. Nacque così la prima monarchia costituzionale francese, fondata sulla separazione dei poteri. Il potere di fare le leggi e di dirigere la politica generale del paese passò all'Assemblea legislativa, composta di 745 deputati eletti ogni due anni.
Rivoluzione francese: riassunto RIVOLUZIONE FRANCESE: SPIEGAZIONE Impaurito il Re fece mandare su Parigi un esercito per far sgomberare la Pallacorda. Il 14 luglio 1789 il Terzo Stato si impadronisce della Bastiglia (un carcere in cui erano tenuti numerosi prigionieri politici). Fece esplodere la sua rabbia, una folla di artigiani e bottegai saccheggiarono le botteghe e assalirono la Bastiglia. Poco tempo dopo, tra luglio e agosto dello stesso anno, scoppiò una violenta rivolta nelle campagne nota come "grande paura", c'era malcontento. Si diffuse panico incontenibile. I contadini attaccano, saccheggiano e incendiano i castelli dei loro signori. I contadini volevano l'abolizione di tutti i privilegi feudali, l'eliminazione di servitù personali, delle corvèe, dei tributi, e l'Assemblea Costituente li appoggia. Pochi giorni dopo i membri dell' Assemblea Nazionale Costituente definirono i principi su quali volevano fondare la Francia. Il 26 agosto 1789 stesero, quindi, la DICHIARAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UOMO E DEL CITTADINO, un documento illuministico e quindi basato su libertà e uguaglianza.
Il sovrano cercò di ostacolare l'Assemblea, ma invano. Questa infatti giurò di non sciogliersi fino alla pubblicazione della Costituzione, che pose fine all'Ancien Régime. Il 20 luglio 1791 il re e la famiglia tentano la fuga, ma vengono arrestati e ricondotti a Parigi, dove il re viene giustiziato. I Montagnardi, con a capo Robespierre che seminò il periodo del Terrore, si ritrovano i soli alla guida del paese. Nonostante la portata di Robespierre, i cittadini iniziano sempre più a protestare, tanto da farlo arrestare e giustiziare. Il 17 agosto 1975 la Convenzione vota e ratifica la nuova Costituzione dell'anno III. In questo clima, a tratti innovativo a tratti fallimentare, si fa spazio la figura di Napoleone Bonaparte. Nel 1804 Napoleone si fa nominare imperatore dei francesi: comincia così, con l'epoca napoleonica, un nuovo periodo della storia francese. Anali del testo: da Luigi XVI all'epoca napoleonica e approfondimenti I conflitti politici e le lotte tra i partiti furono il continuo della rivoluzione, ma per capire come questa iniziò bisogna ricostruire il cammino della civiltà durante gli anni.
Appunto inviato da momocarta Breve riassunto della Rivoluzione francese: cause e conseguenze (3 pagine formato doc) RIVOLUZIONE FRANCESE: RIASSUNTO BREVE La Rivoluzione francese. Contesto: - crisi economica - carestie. Durante il regno di Luigi XVI la Francia precipitò in una grande crisi economica dovuta ai debiti che lo Stato aveva con le banche, le uscite erano maggiori delle entrate, questo a causa delle spese folli della nobiltà, del Re, delle spese sostenute nelle guerre e inoltre il clero e i nobili non pagavano le tasse; la situazione era critica, erano quasi in bancarotta. Per questo ci sono state 2 carestie che determinarono una crisi agricola che fece mancare pane e le cose più essenziali. Nel 1788 un ministro divulgò per la prima volta il rovinoso bilancio dello Stato, suscitando l'indignazione dell'opinione pubblica. Di fronte alla reazione di tutti e 3 i ceti sociali, il Re fu costretto a fissare per il maggio dell'anno dopo la Convocazione degli Stati Generali, per risolvere la situazione tra i soggetti coinvolti.
La Rivoluzione Francese: trama, storia, riassunto breve e analisi del testo – SCARICA PDF Scopriamo insieme quando la data della Rivoluzione francese e le cause, da chi partì l'iniziativa e cosa successe in quegli anni. Causata da un periodo di caos sociale, politico e culturale, avvenne tra il 1789 e il 1799. In quei tempi vi era la monarchia assoluta di Luigi XVI e la era società divisa in nobiltà, clero e terzo stato. La situazione economica della Francia era critica, e il deficit del paese difficile da contrastare. Il 19 febbraio 1781 Necker pubblica il bilancio statale, il cui debito pubblico ammonta a 318 milioni. Nel maggio del 1788, a Grenoble, le proteste a causa della crisi economica aumentano. L'esercito, obbligato a intervenire, venne accolto da tegole lanciate dai cittadini. Quel giorno è ricordato come Giornata delle Tegole. Così, per la prima volta dal 1614, il 5 maggio 1789, a Versailles, vengono convocati gli Stati Generali. Siccome il Terzo Stato era sempre in minoranza, decise di riunirsi e di formare l'Assemblea nazionale.