Capo Di Stato Maggiore Esercito
La cosiddetta 'capsula', una sorta di rivestimento del batterio, è composta da acido ialuronico, sostanza che rende meno agevole il compito del sistema immunitario dell'ospite. Le proteine esposte favoriscono l'ingresso e l'invasione delle cellule epiteliali, inoltre produce una grande quantità di enzimi e tossine. Fra essi le esotossine pirogeniche, la streptolisina e la streptochinasi, che permettono ad esempio la diffusione nei tessuti infetti. Lo Streptococcus pyogenes normalmente colonizza l'area orofaringea di soggetti giovani e bambini e si trasmette attraverso il muco, l'aerosol prodotto da starnuti, colpi di tosse o semplicemente parlando. Quando invade l'organismo, ad esempio attraverso una ferita, può essere responsabile di gravissime infezioni come la fascite necrotizzante o una sepsi. Cos'è la sepsi La sepsi, precedentemente conosciuta col nome di setticemia, è una condizione di emergenza medica legata alla risposta dell'organismo (Sindrome da Risposta Infiammatoria Sistemica – SIRS) a un'invasione da parte di microorganismi patogeni, come appunto può essere lo streptococco Beta emolitico di gruppo A.
Ha un tasso di mortalità sensibilmente più elevato di altre patologie note (ad esempio 10 volte quello dell'infarto) e una diagnosi tempestiva è fondamentale per le probabilità di sopravvivenza. La sepsi si manifesta con vari stadi e se nel primo presenta sintomi aspecifici, come tachicardia, febbre e aumento della frequenza respiratoria, evolve rapidamente comportando attività cardiaca anomala, comparsa di chiazze rosse sulla pelle, difficoltà respiratorie e confusione mentale. Nell'ultimo stadio, quello di shock settico, avviene un crollo della pressione venosa accompagnato da altre complicazioni che possono portare alla morte del paziente. Si può morire per un semplice graffio? Le infezioni che sfociano in sepsi, fascite necrotizzante o altre condizioni potenzialmente mortali dipendono (anche) dall'aggressività dei batteri coinvolti, e gli streptococchi Beta Emolitici di gruppo A – come lo Streptococcus pyogenes – possono scatenarle anche passando attraverso una semplice e 'innocua' ferita.
L'infezione da streptococco è forse la più diffusa, specialmente nel periodo invernale, e se prima colpiva prevalentemente bambini e adolescenti, di recente anche gli adulti ne sono facile preda. Scopri quali sono i sintomi, quali le cure e quali le accortezze per prevenirla Lo streptococco betaemolitico A è il principale responsabile delle infezioni da streptococco che colpiscono le vie aeree, dal momento che questo batterio risiede principalmente nell'apparato respiratorio, in particolare all'interno di bocca e faringe. Esistono circa una ventina di diverse tipologie di streptococco, ma i più pericolosi per il nostro organismo sono quelli dei ceppi A e B, molti dei quali sono già presenti nella flora batterica del nostro corpo in quantità non dannose, ad esempio dentro a bocca, faringe, intestino, vagina o semplicemente sulla nostra pelle, ma se hanno modo di proliferare o di entrare all'interno dell'apparato cardiocircolatorio possono avere effetti decisamente negativi sul nostro fisico.
La categoria degli streptococchi Beta Emolitici di gruppo A rappresenta una delle più virulente e patogene nella famiglia degli streptococchi, batteri gram-positivi dalla caratteristica forma sferica – dalla quale deriva il nome 'cocchi' – che spesso formano catenelle più o meno lunghe, ben visibili al microscopio. In questo specifico gruppo lo Streptococcus pyogenes è quello che desta maggiore interesse e attenzione sotto il profilo medico, dato che può essere responsabile di molteplici infezioni: esse spaziano da comuni mal di gola e scarlattina sino a faringiti con gravi complicazioni, alla stregua di endocardite, glomerulonefrite acuta e febbre reumatica. Il rischio maggiore è rappresentato tuttavia da una vera e propria sepsi quando il batterio diffonde nell'organismo, che può mettere a repentaglio la vita del paziente. Lo streptococco beta emolitico di gruppo A Lo Streptococcus pyogenes è una batterio di 0, 5-1 micrometro di dimensioni, un anaerobio facoltativo (non ha necessariamente bisogno di ossigeno per sopravvivere) che presenta diverse caratteristiche o fattori in grado di spiegarne l'elevata patogenicità.
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Streptococco in gola: ecco perché è importante scovarlo (e curarlo) - Stampa Stampa senza immagine Chiudi malattie infettive Milano, 21 dicembre 2016 - 20:22 Responsabile di faringiti, si trasmette con facilità soprattutto tra bambini. Un test rapido può individuarlo, ma va eseguito con criterio e solo in presenza di sintomi (Getty Images) Lo streptococco è un batterio «antipatico». Pur non avendo acquisito resistenza agli antibiotici (non è dunque tra i germi che fanno più paura), può abitare diverse parti del nostro corpo, come la bocca e la cute, ed è in grado di causare danni anche gravissimi (seppure raramente), in caso di risposta immunitaria insufficiente e se il soggetto presenta una predisposizione immuno-genetica in tal senso. È un germe gram-positivo, rotondeggiante, che tende a raggrupparsi in colonie dalla tipica forma a collana. Di streptococchi ne esistono diverse specie: quello più noto, soprattutto ai genitori di bambini in età prescolare e scolare, è il cosiddetto beta-emolitico di gruppo A (o pyogenes), che in alcuni soggetti fa parte della normale flora batterica presente nella gola e non dà alcun problema: si parla in questo caso di portatori sani.
Il rischio di complicanze Se serve, la terapia va fatta nel modo corretto. «Lo streptococco beta-emolitico di gruppo A, se non trattato entro 9 giorni, può dare (seppure raramente) complicanze acute come gli ascessi peritonsillari o retrofaringei o tardive, che si verificano a 3-4 settimane di distanza dall'infezione, come la malattia reumatica o la glomerulonefrite, una patologia renale - afferma Susanna Esposito, direttore dell'Unità di Pediatria al Policlinico dell'Università degli Studi di Milano -. Per eradicarlo è sufficiente un antibiotico semplice, l'amoxicillina, per dieci giorni a dosaggio standard. In alternativa, se il bambino è poco collaborativo, si può optare per le cefalosporine o infine, in caso di allergia documentata alla penicillina e alle cefalosporine, ai macrolidi». La malattia reumatica, oltre a causare dolore alle articolazioni, può portare anomalie alle valvole cardiache, anche serie. I 10 batteri che vivono sugli smartphone Pseudomonas aeruginosa Il titolo antistreptolisinico L'infezione da streptococco fa sì che l'organismo sviluppi anticorpi specifici, misurabili con un esame del sangue, il titolo antistreptolisinico (Tas): più il valore è alto, più il contatto del soggetto con il batterio è stato verosimilmente recente.
Disinfettare questi oggetti, utilizzare piatti e bicchieri usa e getta ed evitare, se possibile, i luoghi chiusi e molto affollati, può preservare altri dal venire contagiati dalla malattia e può aiutarvi a non ricadere nell'infezione, così come ripulire o cambiare i filtri dell'impianto di areazione o refrigerazione e gettare il proprio spazzolino da denti dopo il terzo giorno di cura antibiotica. Se un vostro parente ha contratto un' infezione da streptococco, ricordate che rimarrà contagioso per circa tre settimane, quindi in questo lasso di tempo sarebbe meglio non condividere alimenti con lui oppure accessori per l'igiene e la cura della persona.
Lo streptococco è un batterio che provoca un'infezione, la quale può essere molto lieve e causare solamente un leggero mal di gola oppure grave e mettere in serio pericolo di vita il paziente colpito. Le infezioni da streptococco possono essere tranquillamente trattate con antibiotici appositi, ma è fondamentale non trascurarle e riconoscerle con una certa tempestività. Se non trattate, infatti, potrebbero degenerare e provocare alcune patologie anche molto gravi. Un tempo lo streptococco era un problema principalmente dei bambini, ma oggi anche gli adulti devono stare attenti a questo batterio: l'infezione è infatti contagiosa e potenzialmente può colpire chiunque. Streptococco: le diverse tipologie Gli streptococchi possono essere di diverso tipo e si distinguono principalmente due grandi gruppi: il gruppo A e il gruppo B. Vediamo quali sono le differenze. Streptococco del gruppo A Gli streptococchi del gruppo A sono i più comuni ma anche quelli meno pericolosi, sempre se adeguatamente trattati.
A tutto ciò possono accompagnarsi complicanze infettive (sempre dovute allo streptococco) alla gola. Esse possono essere infatti localizzate, come l'ascesso peritonsillare, o a distanza come l'otite media, la matoidite, la polmonite e la meningite. C'è la remota possibilità che ci siano più o meno durature maifestazioni batteriemiche. A queste può seguire la localizzazione dello streptococco a livello del tessuto valvolare cardiaco con conseguente endocardite acuta ulcerativa. Lo streptococco in gravidanza può determinare ansie e preoccupazioni. Esse sono dovute al fatto che riscontraretale un' infezione da streptococco mediante tampone vagino-rettale ( tamponi per lo streptococco) in gravidanza, equivale a dover ricorrere a terapia antibiotica intraparto per evitare che lo streptococco determini contagio. Per il neonato, infatti, potrebbe determinare gravi problemi di salute. Ma oggi, la pratica clinica adottata da tutti i centri nascita prevede un repentino intervento mediante l'uso di antibiotici sulla mamma ( antibiotico per streptococco), ed eventualmente sul neonato, che impediscono l'evoluzione dell'infezione da streptococco sui neonati.