Capo Di Stato Maggiore Esercito
L. n. 86 del 12/07/2018, convertito c. m. in L. 97/2018, che ha trasferito al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali tutte le funzioni e le competenze in materia di Turismo), realizzato da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con l'associazione Italian Film Commissions. CREDITS
Per evitare che la famiglia venga coinvolta nei tumulti di Palermo, il principe Fabrizio decide di trasferirsi anzitempo e con tutto il parentado nella dimora estiva di Donnafugata, nell'agrigentino. Da lì osserverà impassibile e disilluso il passaggio da un regno ad un altro e da uomo saggio e sagace comprenderà prima degli altri l'inizio di un lento quanto inevitabile tramonto di quel mondo aristocratico di cui si ritiene uno degli ultimi leoni, uno degli ultimi "gattopardi". L'analisi del film Il Gattopardo Luchino Visconti dirige questo film che esce nelle sale cinematografiche italiane nel 1963 conquistando critica e consensi ma sopratutto la palma d'oro al Festival di Cannes oltre ad una nomination per l'Oscar ai costumi l'anno successivo. Il Gattopardo è un maestoso ed elegantissimo affresco storico di un mondo che con l'Unità d'Italia inizia il suo lento declino: il mondo dell'antica nobiltà terriera. Il protagonista del film, il principe Fabrizio Salina, interpretato magistralmente da un grande Burt Lancaster, è il simbolo di questo passaggio tra due mondi e due generazioni che si passano il testimone della storia.
L'unione tra la nuova borghesia e la decadente aristocratica è un fatto irrevocabile e ne avrà prova durante il grandioso ballo dove le due realtà festeggiano insieme la rivoluzione... CRITICA DI IL GATTOPARDO "[... ] Solo Visconti, comunista e aristocratico, poteva con tanta sottigliezza dosare il grado di scetticismo e di poetica nostalgia del principe di fronte alle questioni sociali e politiche dell'epoca [... ]. E' il film di Visconti più equilibrato, più misurato, più puro e più accurato [... ]". (Alberto Moravia, "L'Espresso", 7/4/1963) CURIOSITÀ SU IL GATTOPARDO La figura del Principe s'ispira a quella del bisnonno dell'autore del libro, che fu un importante astronomo. Visconti credeva che Lancaster non fosse adatto per il ruolo del Principe: questo causò forti disagi, fino a quando l'attore non affrontò sul set il regista, con passione e sincerità. I due strinsero così una forte amicizia. L' attenzione ai dettagli e alla scenografia da parte di Visconti era tale che, per esempio, la Cardinale nella sua borsetta aveva un fazzoletto ricamato d'epoca.
Per gli interni si utilizzò il piano nobile di Palazzo Chigi di Ariccia, nei castelli romani: nella Sala da pranzo d'estate Tancredi conosce Angelica; la stanza da letto di Agostino Chigi Albani è la camera di Don Fabrizio; lo studio del Principe, è l'inconfondibile " Sala delle Belle ", le cui pareti sono decorate con ritratti delle donne più belle dell'aristocrazia romana. L'epica scena in cui Angelica balla il walzer con Don Fabrizio, si girò nel Palazzo Valguarnera Gangi di Palermo, in particolare nella Sala degli Specchi. Allo stesso palazzo appartiene la terrazza in cui gli ospiti si intrattengono a cena. La terrazza si affaccia su Piazza Sant'Anna, la cui chiesa omonima è appena visibile sullo sfondo. Italy for Movies è il portale nazionale delle location e degli incentivi alla produzione cinematografica e audiovisiva. Un progetto lanciato nel 2017 dalle Direzioni Generali Cinema e Turismo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (divenuto Ministero per i Beni e le Attività Culturali con D.
Il sogno ottocentesco di Visconti non auspica un vero ritorno dal "tempo degli sciacalli e delle iene" al "tempo dei gattopardi e dei leoni", ma è in fondo quello di un meticoloso restauratore: far rivivere il passato in un presente artefatto, cambiare tutto affinché niente cambi. Sei d'accordo con Edoardo Becattini? Scrivi a Edoardo Becattini Il tuo commento è stato registrato. Convalida adesso il tuo inserimento. Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare. Chiudi Il tuo commento è stato registrato. Grazie. Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini Dal romanzo postumo (1958) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sceneggiato da Visconti, Suso Cecchi D'Amico, P. Festa Campanile, Enrico Medioli, Massimo Franciosa. Mentre nel 1860 Garibaldi e le sue camicie rosse avanzano in Sicilia, il principe Fabrizio di Salina si rassegna all'annessione dell'isola e del suo feudo di Donnafugata allo Stato Sabaudo.
Tancredi, che in precedenza aveva manifestato qualche simpatia per Concetta, la figlia maggiore del principe, s'innamora di Angelica, figlia di don Calogero, che infine sposerà, sicuramente attratto dalla sua bellezza, ma anche dal suo notevole patrimonio. Episodio significativo è l'arrivo a Donnafugata di un funzionario piemontese, il cavaliere Chevalley di Monterzuolo, che offre a Don Fabrizio la nomina a senatore del nuovo Regno d'Italia. Il principe però rifiuta, sentendosi troppo legato al vecchio mondo siciliano, citando come risposta al cavaliere la frase: " In Sicilia non importa far male o bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di 'fare' ". Il connubio tra la nuova borghesia e la declinante aristocrazia è un cambiamento ormai inconfutabile: Don Fabrizio ne avrà la conferma durante un grandioso ballo al termine del quale inizierà a meditare sul significato dei nuovi eventi e a fare un sofferto bilancio della sua vita.
Critica discorde. Visconti volle nella colonna sonora di N. Rota un valzer inedito di G. Verdi. B. Lancaster con la voce di Corrado Gaipa. Palma d'oro a Cannes ex aequo con il giapponese Seppuku di Masaki Kobayashi e tre Nastri d'argento (fotografia, scene, costumi). Restaurato nel 1991 dalla Cineteca Nazionale di Roma con la direzione tecnica di G. Rotunno, direttore della fotografia.