Capo Di Stato Maggiore Esercito
2). Per i materiali che presentano comportamento speculare, sia in trazione che in compressione (come per esempio per gli acciai), generalmente nei manuali si riporta un solo valore assoluto di tensione massima σ L (detta limite). Va specificato però che tale approccio è alquanto inadatto per delle condizioni di sollecitazione generiche. Infatti nelle condizioni di stato di tensione pluriassiale, la definizione di verifica di resistenza non è più utilizzabile poiché il dominio di resistenza non è più un intervallo (o campo), ma un solido tridimensionale descritto da una superficie limite. Tali superfici limite potrebbero ricavarsi sperimentalmente, ma richiederebbero un numero di prove e provini troppo elevato tanto da rendere inutilizzabile questa possibilità. Per questo motivo si ricorre a metodi a metà strada tra l'approccio empirico e quello teorico: i cosiddetti criteri di resistenza. Fig. 3: esempio di dominio di resistenza I criteri [ modifica] Definiamo prima di tutto per semplicità, per un corpo generico in un sistema principale d'inerzia, un tensore di tensione T e la corrispondente superficie limite generica: tale che I tali condizioni i principali criteri di resistenza sono: Criterio di Galileo-Navier (o della massima e minima tensione normale) [ modifica] Oggi questo metodo non è più utilizzato.
Da Wikiversità, l'apprendimento libero. Introduzione [ modifica] Fig. 1: è necessario precisare che generalmente i valori della σ p (detta di proporzionalità) e σ s (detta di snervamento) sono molto prossimi tra loro e per tale motivo vengono confusi nell'unica σ s Le caratteristiche fondamentali di resistenza di un materiale vengono ricavate attraverso prove meccaniche, sottoponendo un particolare provino a sollecitazioni applicate da apposite macchine pneumatiche o oleodinamiche. Ne è un esempio fondamentale la prova di trazione monoassiale, dalla quale è possibile estrapolare dati sufficienti alla creazione di un primitivo diagramma (Fig 1). Domini di resistenza [ modifica] Fig. 2: differenze di comportamento in trazione e compressione per materiali diversi. Affinché le strutture lavorino in sicurezza è necessario che le tensioni massime di sollecitazione (siano esse di compressione o di trazione) a cui è sottoposto il materiale, siano comprese nei range a comportamento elastico (Fig.
I criteri di resistenza associano ad un generico stato di tensione pluriassiale una equivalente tensione monoassiale, detta tensione ideale. Tale equivalenza, necessaria per il confronto con i risultati di prove monoassiali eseguite in laboratorio, è definita in termini di una misura globale di sollecitazione, detta grandezza indice del pericolo (G. I. P. ). Ciascun criterio proposto in letteratura si caratterizza per una particolare G. P., basata su opportune ipotesi fisiche di comportamento del materiale. A ciascun criterio corrisponde nello spazio tridimensionale delle tensioni principali, o di Haig–Westergaard, una particolare regione di punti considerati sicuri rispetto alla resistenza, detto dominio di resistenza. Nella tesi si illustrano prima le basi teoriche dei criteri di crisi più comunemente utilizzati per materiali isotropi. Quindi, i corrispondenti domini di resistenza sono rappresentati nello spazio delle tensioni principali, utilizzando a tale scopo il programma di calcolo MATLAB.
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85) Criterio della dilatazione massima e minima: (9. 86) Nel caso dell'acciaio ( = 0, 3). La ( 9. 86) fornisce (9. 87) (9. 88) (9. 89) (9. 90) E' immediato rilevare che il criterio di Tresca è il più cautelativo in quanto implica la più grande. precedente successivo
Particolare attenzione è stata posta nell'illustrare la diversa risposta meccanica fornita dai materiali con comportamento fragile e duttile.