Capo Di Stato Maggiore Esercito
Lo afferma il Washington Post, il quale ha ottenuto documenti riservati della Agenzia delle dogane. Si parla dell'area di San Diego, una delle parti del muro più nuova, alta e sorvegliata. Questo fatto solleva la legittima preoccupazione che il muro di Trump sia un enorme spreco di soldi che non porterà affatto più sicurezza e meno immigrazione illegale. Come al solito il paese è nettamente diviso sulla questione: da una parte i democratici, che ritengono il sito un ulteriore "sperpero di denaro pubblico" e chiedono la sospensione dei lavori per via dell'emergenza coronavirus. Dall'altra parte gli elettori repubblicani, che al grido di " Build that wall " hanno invece apprezzato lo streaming. Ritengono il sito una iniziativa di grande utilità e il muro di Trump una grande opera che "renderà le loro vite migliori". Gloria Cadeddu Nuoro, classe 89'.
E infine, ha concluso affermando che le dichiarazioni di emergenza nazionale sono state " firmate molte volte dai passati presidenti ". " È molto semplice: vogliamo impedire che la droga entri nel nostro Paese, vogliamo impedire a gang e criminali di entrare nel nostro Paese ", ha ribadito il presidente degli Stati Uniti. E a chi gli fa notare che sono già previsti diversi ricorsi alla Corte Suprema per evitare che la sua emergenza nazionale abbia vigore, Trump risponde che la sua causa vincerà anche in quella sede. Come spiega Repubblica, " la mossa di Trump, insieme a provvedimenti che il presidente si appresta a varare, metterà a disposizione della Casa Bianca oltre 8 miliardi di dollari per la costruzione del muro-anti immigrazione al confine meridionale degli Stati Uniti ". Ma i democratici annunciano una battaglia durissima. E dopo l'annuncio di Trump, è arrivata la prima azione legale contro il presidente Trump. Il ministro della Giustizia dello Stato di New York, Letitia James, ha scritto una nota in cui afferma: " Dichiarare un'emergenza nazionale senza causa legittima può provocare una crisi costituzionale.
Boldrini ritiene il sistema "improvvisato anche perché sono persone dello stesso grupponazionale, e gli altri? ", si chiede. "Per risolvere il problema - secondo Boldrini - credo che si debbano trovare accordi con i paesi di provenienza perché altrimenti si rischia di dare soluzioni magari accattivanti ma chenon risolvono le questioni, che sono sempre complicate". Poi l'affondo: "La soluzione prospettata da Trump mi sembra impraticabile anche perché mandarli tutti in prigione o cacciarli tutti insieme non risponde neanche ai valori del melting pot americano. È una dimensione alquanto sorprendente. Una soluzione così non risponde alla cultura americana. Il problema va affrontato attraverso strumenti realistici, perché mettere tre milioni di persone in prigione non mi sembra molto realistico". E a criticare le parole di Trump è stato anche il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini fissando dei paletti per un'alleanza tra Ue e Washington: "L'alleanza fra Unione europea e Stati Uniti deve andare avanti, ma sulla base di interessi, principi e valori molto chiari.
Queste città sono completamente rinchiuse da muri e, solo nel 2018, sono entrate 6. 505 persone. LEGGI ANCHE: - Migranti: quanti ne sono arrivati nel 2018 e quali Paesi hanno accolto di più Muro che delimita la città di Melilla. Foto di Ongayo - Own work, CC BY-SA 4. 0, Link Muri sono anche quelli che separano i ricchi dai poveri. Gli esempi più eclatanti sono quelli di Lima, in cui una barriera separa la baraccopoli di Pamplona Alta, dal distretto La Molina e di Vila Esperança, cioè una comunità dello stato brasiliano di São Paulo in cui è stata costruita una barriera ufficialmente per "proteggere" gli automobilisti ma che di fatto separa la via d'accesso stradale dalla favela. In un mondo sempre più interconnesso in cui esiste e resiste ancora l'utopica idea di una comunità continentale senza barriere (leggesi Europa), abbiamo visto come l'idea del muro non sia poi così tanto anacronistica e che i muri sono molti e in continua espansione. La storia insegna che le barriere non sono mai la soluzione e che, a lungo andare, giustificare l'aver creato situazioni di sofferenza con la necessità di sicurezza non porta a grandi risultati.
Per tale ragione, il presidente s'è premunito di fabbricare – stavolta sì con maggiore successo – un muro legale che faccia da argine al flusso migratorio. Poche ore prima del verdetto della Corte, la Casa Bianca ha convinto il Guatemala ad accettare lo status di " Paese terzo sicuro" per i richiedenti asilo salvadoregni e honduregni. A partire da agosto, dunque, questi saranno inviati dagli Usa in territorio guatemalteco, considerato idoneo a garantire i loro diritti. La decisione ha provocato forte opposizione nel Paese centroamericano, terra d'esodo di centinaia di migliaia di profughi. Anche i vescovi avevano sottolineato il paradosso. Alla fine, due settimane fa, la Corte costituzionale nazionale aveva bloccato l'iniziativa. Oltretutto, l'assunzione dello status di "nazione sicura" richiederebbe un via libera parlamentare che non c'è stato. Per aggirare lo scoglio, il presidente guatemalteco Jimmy Morales ha evitato di menzionare il termine specifico. Il contenuto dell'accordo, però, è chiaro, al di là delle sottigliezze semantiche.
La questione del muro tra Stati Uniti e Messico continua ad animare il dibattito politico americano. In un convegno a Phoenix, il presidente Donald Trump è tornato a ripetere che "in un modo o nell'altro avremo il muro". Un muro, ha sottolineato, "bello e grande". "One way or the other, we're going to get that wall, " says Trump, threatening a shutdown — Bloomberg TV (@BloombergTV) 23 agosto 2017 "Se sarà necessario faremo chiudere il governo", ha addirittura minacciato, riferendosi al rifinanziamento del bilancio che deve essere approvato entro il 1 ottobre se non si vuole rischiare lo shutdown, come successe nel 2013 al predecessore Barack Obama. Secondo Politico, l'inquilino della Casa Bianca ha detto ai suoi consiglieri che non accetterà accordi su nessun altro tema se non ci saranno i soldi per il muro. "Che siano soldi veri" e sebbene non abbia specificato quanti, "a sufficienza per iniziare i lavori di costruzione". Per Trump, il tema è centrale, molto più di altre questioni, perché sa che questa battaglia è molto sentita dalla base e non vuole fare passi indietro.
Perché è probabile che, una volta avuti i suoi 5 miliardi di dollari, Donald Trump andrebbe a impantanarsi da solo nelle sabbie mobili di un muro quasi impossibile da costruire davvero. © Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata
Per la recinzione totale occorre, però, oltre otto volte la somma ottenuta. Il Guatemala è stato spinto ad accettare lo status di "Paese terzo sicuro" per i richiedenti asilo salvadoregni e honduregni Il " muro di Trump " prende forma. La barriera totale anti-immigrati al confine tra Stati Uniti e Messico – promessa tuttora incompiuta della campagna del 2016 – ha ricevuto un inatteso puntello dalla Corte Suprema. Il massimo tribunale ha autorizzato l'Amministrazione a impiegare 2, 5 miliardi di dollari, prima assegnati al programma anti-droga del Pentagono, per la sua costruzione. O, meglio, per la costruzione di un tratto di 160, 9 chilometri. Su questo pezzo di muro, la politica Usa è incagliata da gennaio. Allora, l'intento presidenziale di ottenere i fondi dal Congresso aveva provocato 35 giorni di paralisi amministrativa, la più lunga della storia. Per uscire dall'empasse, 15 febbraio, il capo della Casa Bianca ha invocato l'emergenza nazionale in modo da bypassare il potere legislativo e dirottare sulla barriera i finanziamenti per il dipartimento di Difesa.
Il muro, un tempo immaginato alto 30 piedi (poco più di nove metri), è nel frattempo cresciuto (raddoppiando fino a 60 piedi) e ha anche cambiato materiale, passando dal calcestruzzo all'acciaio attraverso l'ipotesi di tavole prefabbricate. Il tutto, ovviamente, sempre e solo sulla carta. Come scrive il New York Times, nemmeno un metro di nuovo muro è stato aggiunto alle 654 miglia esistenti da prima che Trump si insediasse a Washington. Un chiodo fisso che rischia di costargli caro Il secondo anniversario da presidente degli Stati Uniti di Donald Trump, il prossimo 20 gennaio, cadrà nel momento forse più difficile da quando vive alla Casa Bianca: la Camera ha appena cambiato colore dopo le elezioni di midterm e ora è a guida democratica. I nemici di Trump non si nascondono però soltanto nel partito dell'Asinello; anche nel suo partito, sostiene il Nyt, c'è però qualche malumore per quanto riguarda il muro messicano: "Anche se la maggior parte dei repubblicani si rifiutano di dirlo pubblicamente per paura di far arrabbiare Trump – si legge - molti condividono l'opinione che il muro sia solo un pezzo, e neppure quello più importante, di un insieme più ampio di azioni necessarie per revisionare il sistema di immigrazione".