Capo Di Stato Maggiore Esercito
L'oggetto celeste-prosegue lo scienziato- ha circa 5 metri di diametro e intornoo alle 20:43 di questa sera (del 28 aprile ndr) passerà a circa 40. 000 km dal centro della Terra, ossia a circa 33. 600 km dalla superficie terrestre! Come si vede si tratta di un flyby molto stretto che porterà l'asteroide all'interno della fascia dei satelliti geostazionari. La minima distanza possibile fra l'orbita della Terra e quella dell'asteroide è di appena 15. 000 km, un valore molto ridotto che lo può portare a passare a meno di 9000 km dalla superficie terrestre. Per fortuna -rassicura Carbognani- si tratta di un asteroide di piccole dimensioni che - nel caso di collisione con il pianeta - si disintegrerebbe durante la caduta in atmosfera anche se al suolo arriverebbero comunque diversi frammenti. Nel frattemp -annuncia in diretta- il minor Planet center ha appena chiamato l'asteroide con la sigla 2020 HS7». (L'astrofisico Inaf di Bologna Albino Carbognani) L'ASTEROIDE CHE PASSERA' A SEI MILIONI DI CHILOMETRI Ma gli "allarmi" di questi giorni, se possiamo definirli così, erano tutti concentrati su (52768) 1998 OR2, una specie di montagna volante di circa 2 km di diametro.
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Tutto falso, al pari di ogni congettura che lo leghi alla pandemia da Covid-19", aveva spiegato l'esperto. L'asteroide ha fatto parlare molto di sé anche per il suo aspetto bizzarro: nelle foto scattate dall'Osservatorio di Arecibo sembra che "indossi" una mascherina. Si tratta, naturalmente, di una coincidenza, che sui social è stata accolta con entusiasmo ed ironia dagli utenti. Il ritorno di 1998 OR2 1998 OR2 saluterà di nuovo la Terra solo nel 2079. Come spiega la ricercatrice Flaviane Venditti, in quell'occasione l'asteroide si avvicinerà ulteriormente al pianeta, accorciando la distanza di 3, 5 volte. "È per questo che è importante conoscere la sua orbita in maniera precisa", sottolinea l'esperta dell'osservatorio di Arecibo, a Porto Rico. 1998 OR2 appartiene alla classe degli asteroidi vicini alla Terra definiti come oggetti potenzialmente pericolosi: hanno dimensioni superiori ai 140 metri e passano a meno di 8 milioni di chilometri dall'orbita terrestre. L'agenzia spaziale americana (Nasa) utilizza il sistema di monitoraggio Sentry per analizzare i cataloghi astronomici alla ricerca di asteroidi che potrebbero essere protagonisti di un impatto col pianeta nei prossimi 100 anni.
Guarda la video animazione [ il testo prosegue sotto al filmato]: Stimare i rischi, ma senza panico Secondo le stime della fondazione USA, di cui fanno parte anche alcuni ex astronauti della Nasa, gli impatti di asteroidi sulla Terra sarebbero da 3 a 10 volte più comuni di quanto ipotizzato finora, e quelli abbastanza grandi da distruggere - potenzialmente - una grande città cadrebbero una volta ogni 100 anni. Ma non è il caso di diffondere inutili allarmismi: la maggior parte degli impatti, nel video lo si vede bene, viene neutralizzata dall'atmosfera terrestre o avviene negli oceani che ricoprono oltre il 70% del nostro pianeta, o ancora in aree remote e scarsamente popolate. Non ancora identificati Mentre la maggior parte (oltre il 90%) degli asteroidi in grado di provocare danni irreparabili al nostro pianeta è sotto controllo - e nessuno di questi incombe all'orizzonte - ben poco si sa di quelli di dimensioni comprese tra i 100 e i 1000 metri, che secondo le più recenti stime della Nasa potrebbero arrivare a un numero vicino a 20 mila, e la cui carica distruttiva sarebbe considerevole se cadessero nei pressi di aree abitate (si pensi alla pioggia di frammenti di meteorite che ha colpito Cheliabynsk, in Russia, il 15 febbraio del 2013).