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Una critica dissacrante e al vetriolo fin troppo avanti per i tempi, ma che risulta oggi attualissima. Recensione "Diario di un vizio": una magistrale interpretazione di Jerry Calà Gran merito della riuscita del film è da attribuirsi all'interpretazione di Jerry Calà, in un ruolo insolito per la sua carriera, se si considera che l'attore è noto al grande pubblico soprattutto per i ruoli comici in film come Vacanze di Natale (1983), Yuppies (1986) o Abbronzatissimi (1991). Una prova attoriale misurata ed introspettiva, dove Calà riesce ad immedesimarsi perfettamente nel ruolo di un rappresentante di detersivi depresso, insoddisfatto del proprio tediante lavoro e incapace ad instaurare relazioni durature con le donne. Ogni giorno ne vuole conoscere di nuove e le approccia nei modi più curiosi e disparati, pur di avere un contatto che gli dia una parvenza di pace, anche se per pochi illusori istanti. In realtà Benito è un uomo profondamente solo, incapace di relazionarsi con il prossimo ma in primis con sé stesso.
Trama Benito, rappresentante di detersivi, conduce una vita nomade e solitaria. Avventure amorose passeggere e squallide pensioni costituiscono le tappe salienti delle sue giornate. Benito tiene un diario personale dove le sue annotazioni quotidiane si alternano a ritagli di giornale, fotografie. Dopo l'ennesima storia di inseguimento e perdita, Benito svanisce nel nulla; unica traccia: il suo strano "giornale di bordo". Ferreri descrive la solitudine del protagonista (un Jerry Calà inusuale) concedendogli il beneficio della pietà. La procace "fidanzata" che lo tormenta ha il volto e il corpo di Sabrina Ferilli ( La bella vita). La colonna musicale è di Gato Barbieri. Vedi anche Migliori film drammatici Migliori film del 1993 Migliori film italiani Recensioni La recensione più votata è positiva L'abbinamento di una canzone di Nino D'Angelo e il faccione piangente di Jerry Calà fanno pensare di primo acchito a un film trash. In realtà trattasi di DIARIO DI UN VIZIO di Marco Ferreri e l'immagine di Benito (il personaggio di Calà) che fissa il mare con le lacrime agli occhi ed entra in acqua ci rassicura.
Kunstschau_Collective Art Group presenta la mostra Diario di un vizio, antologica dell'artista Riccardo Mannelli (Pistoia, 1955) presso il MUST – Museo Storico della Città di Lecce e, a partire da mercoledì 6 marzo, il progetto speciale presso la sede di Kunstschau in via G. Toma 72 Comunicato stampa Segnala l'evento Martedì 5 marzo 2019 alle ore 18. 30, Kunstschau_Collective Art Group presenta la mostra Diario di un vizio, antologica dell'artista Riccardo Mannelli (Pistoia, 1955) presso il MUST – Museo Storico della Città di Lecce e, a partire da mercoledì 6 marzo, il progetto speciale presso... 05 marzo 2019 Dal 05 al 31 marzo 2019 arte contemporanea Location Biglietti Must - Museo Storico città di Lecce: intero € 5, 50; ridotto € 3, 50. Gruppi con visita guidata € 5, 00 Kunstschau Contemporary Place: Ingresso Libero Orario di apertura Must - Museo Storico città di Lecce da Martedì a Domenica ore 10:00-13:30 | 15:30-19:00 Giorno di chiusura: Lunedì Kunstschau_Contemporary place tutti i giorni su appuntamento Vernissage 5 marzo 2019, h 18:30 Autore Curatore scopri ogni giorno le ultime notizie nel mondo dell'arte, del cinema, della moda e della cultura.
Ma intanto si sorride. Per il Ferreri di Diario di un vizio alla vita dell'uomo non è concesso più di questo. Un sorriso evanescente, che in un attimo se ne va. Extra: assenti. Info La scheda di Diario di un vizio sul sito di CG Entertainment.
Alla sua uscita nelle sale il film ricevette recensioni miste e incassò £263. 000. 000, una cifra nettamente inferiore alle solite commedie con Jerry Calà che erano solite incassare svariati miliardi. I detrattori sottolinearono in particolare lo squallore della storia e delle location (un'irriconoscibile Roma) e l'interpretazione non del tutto convincente degli attori di contorno. Paolo Mereghetti assegna al film tre stellette e scrive sul suo dizionario: «Il film con il quale Ferreri torna a graffiare, recuperando più nell'amoralità del personaggio di Luigia che in quello monocorde di Benito». La pellicola fu particolarmente apprezzata dai critici Aldo Grasso e Natalia Aspesi, da sempre detrattori delle interpretazioni di Calà, ma qui rimasti positivamente impressionati dalla sua interpretazione. Anche il critico Claudio Trionfera, su Il Tempo, elogiò l'interpretazione del protagonista definendola buffa e al contempo angosciante, definendo poi il film "un fotoromanzo estroso e inedito [... ] cui corrisponde un felicissimo, simmetrico accordo di corrispondenze narrative, sensibili introspezioni e armonie poetiche".
E quasi mai la trova, per cui la vita si riduce al non-senso dell'azione/reazione, automatismo meccanico, risposta a impulsi organici, e l'inseguimento della felicità si trasforma in nevrosi. Come Zeno Cosini (più volte, durante la visione del film, viene da pensare al modello sveviano, anche per la struttura narrativa basata su una sorta di diario autoanalitico), Benito sfiora la vita e non la vive, desidera il piacere e quasi mai lo afferra, sempre un passo avanti o un passo indietro rispetto alla sfida dell'esserci. Se l'ossessione per la fisiologia e le funzioni del corpo umano solleva subito atmosfere crepuscolari e senili, d'altro canto Diario di un vizio è un film spudoratamente "giovane" e vitale. Benché scomparso a soli 69 anni, e dopo aver avuto già un malore proprio pochi giorni prima della presentazione del film al Festival di Berlino, Marco Ferreri qui non si presenta autore di una consueta opera "tarda" ripiegata su bilanci artistici da età avanzata, ma sfodera grande freschezza e spontanea fame di vita.