Capo Di Stato Maggiore Esercito
Infatti, il gaslighting è un esempio perfetto di come qualcuno possa manipolare la realtà per raggiungere i propri obiettivi. Pensiamo che siamo immuni a inganni e menzogne, perché siamo più intelligenti o abbiamo più esperienza, e ciò significa che questa possibilità non ci preoccupa, quindi stiamo dando loro un vantaggio nel loro gioco delle ombre. Invece, dobbiamo continuamente mettere in discussione le cose, anche quelle che abbiamo sempre dato per scontate, perché c'è sempre un modo migliore, più conveniente o semplicemente diverso di fare e capire tutto. Non perderti i raggi di luce In un certo senso, una parte di noi sono quei prigionieri incatenati nella caverna. Una parte di noi si sente a proprio agio con gli stereotipi e le credenze familiari, con tradizioni che ci fanno sentire al sicuro. Quando vediamo un raggio di luce che ci costringe ad analizzare queste cose da un'altra prospettiva, abbiamo paura e possiamo comportarci come i prigionieri, negando la nuova realtà. È vero che i cambiamenti di paradigma possono generare paura, perché ci tolgono i parametri di riferimento facendoci mettere in discussione alcune delle credenze che abbiamo sempre considerato verità assolute, ma se desideriamo veramente crescere, non dobbiamo afferrarci a nessun modo assoluto di vedere il mondo, dobbiamo aprirci al flusso di idee e prospettive nuove.
Piccola svista del presidente della Consob, Paolo Savona, che nel testo scritto del discorso al mercato finanziario cita il mito della «caverna di Platone» chiamandolo «caverna di Socrate». Un errore corretto nella lettura del discorso, in cui Savona, citando il mito, parla di «caverna di Socrate, o di Platone». L'Italia è vittima di «giudizi negativi prossimi a pregiudizi» da parte di «istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati». Ne è convinto, qundi, il presidente della Consob, Paolo Savona, che nel suo discorso al mercato finanziario parla di una «caverna di Socrate» per descrivere l'Italia, dove «le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano un'immagine distorta della realtà», con un «vociare a senso unico che stordisce». (Platone simboleggia con il sole la fonte della vera conoscenza. In seguito aggiunge che i prigionieri incatenati nella caverna rappresentano la maggior parte dell'umanità: il filosofo è l'uomo liberato, che tenta di portare i suoi compagni verso la conoscenza).
Mito della Caverna di Platone: riassunto e simbologia SIGNIFICATO DEL MITO DELLA CAVERNA In un secondo tempo le stelle e poi riuscirà perfino a vedere il iaramente vi sono chiare allusioni a varie dottrine platoniche:evidente risulta l'allusione ai 5 livelli di conoscenza;le immagini proiettate sul fondo della caverna sono l'eikasia la capacità di cogliere le realtà empiriche riflesse, grazie al fuoco che rende visibili questi oggetti "artificiali"..
Home » Varie » Siamo (quasi) tutti ignoranti – Il mito della caverna di Platone e come i filosofi dovrebbero governarci Le teorie di Platone si rifanno in buona parte al pensiero di Socrate. Per entrambi, l'uomo trascorre la sua vita da ignorante perché si limita a copiare esperienze di altri [1] Parlando di «ignoranza» intendo naturalmente il senso letterale del termine: chi non conosce, chi non ha completa padronanza della materia. E la materia in questione, in questo caso, è la vita stessa. Platone era un filosofo greco e traeva conclusioni attraverso la logica e il ragionamento. Il suo scopo principale era di raggiungere la «verità universale», ovvero quella verità che non dipendeva dal soggetto, che era valida per chiunque nonostante la si guardasse da diversi punti di vista. Perché era così importante la ricerca della verità? Ai suoi tempi la politica era estremamente complessa – può sembrarvi strano, ma era persino più complicata di quella moderna, basata sul nepotismo (oggi lo chiameremmo "favoritismi in famiglia") e su un'idea molto semplice: la maggioranza aveva ragione.
» «Molto di più» disse. «E se ancora lo si obbligasse a rivolgere lo sguardo verso la luce stessa, non proverebbe dolore agli occhi, e non si volgerebbe per fuggire verso ciò che può guardare, non penserebbe che questo è in realtà più chiaro di quanto gli viene mostrato? » «Proprio così» disse. «E se poi» dissi io «lo si portasse via con la forza, su per la salita aspra e ripida, e non lo si lasciasse prima di averlo trascinato alla luce del sole, non soffrirebbe forse, non protesterebbe per essere così trascinato? ed una volta giunto alla luce, gli occhi abbagliati dal suo splendore, potrebbe vedere una sola delle cose che ora chiamiamo vere? » «No di certo» disse, «almeno di primo acchito». «Avrebbe dunque bisogno, penso, di assuefazione, per poter vedere le cose di quassù. Prima potrebbe osservare, più agevolmente, le ombre, poi le immagini riflesse nell'acqua degli uomini e delle altre cose, infine le cose stesse; di qui potrebbe passare all'osservazione dei corpi celesti e del cielo stesso durante la notte, volgendo lo sguardo alla luce degli astri e della luna con maggior facilità che, di giorno, al sole e alla sua luce.