Capo Di Stato Maggiore Esercito
Mai successo. È un continuo gettare la "palla più in là" confidando nella fortuna di far pagare ad altri i costi della propria inettitudine e nella consapevolezza che i cicli della politica sono necessariamente corti. E corta è pure la memoria dell'opinione pubblica. Dunque, gli annunci sono più importanti dei rendiconti. I bonus più produttivi di consenso delle riforme di sistema per loro natura di lunga e incerta durata. La peggiore narrativa sovranista e nazionalista ha sviluppato poi una idiosincrasia genetica per la finanza. Constatandone gli eccessi (in un mondo normale, gli Stati e le autorità indipendenti hanno il compito di regolarli e prevenirli) non si può non notare che si rischia, in questo modo, di perdere la nozione basilare del credito. Come se le banche non fossero imprese. Smarrendo così il fondamentale legame tra risparmio e investimenti. La speculazione è sempre esistita ma la si contrasta con la trasparenza e l'efficienza dei mercati, non con pregiudizi arcaici e furori giustizialisti che spediscono istituti e intermediari nell'inferno dell'immoralità.
Viene accusato di populismo chi difende gli interessi del popolo. E di sovranismo chi ha a cuore, con posizioni forti ed esplicite, gli interessi degli italiani, prioritariamente. Quindi, di cosa stiamo parlando? Magari tutti i nostri partiti fossero populisti e sovranisti; e si battessero per l'interesse, primario, del nostro (ex? ) Bel Paese. E TRUMP, PUTIN E MACRON? Donald Trump, Putin e Macron sono accusabili di populismo e sovranismo perché proclamano "prima gli americani", "prima la Francia", "prima la Russia"? Mi sembra un giochetto già visto, questo attacco con gli slogan, tanto facile quanto ottuso. Lo slogan accusatorio preferito, per colpire gli avversari, era "fascista! ", forse si cercano nuovi epiteti. UN GIOCHETTO PERDENTE Ma il giochetto – "de sinistra" in primo luogo, dei salotti, della puzza sotto il naso, degli snobismi elitari – è anche un giochetto perdente, come si è visto nelle ultime elezioni. Per non dire delle polemiche sull'Europa. Dove due Paesi, Germania e Francia, esercitano una egemonia prepotente, subìta dalle altre 24 nazioni, tra cui l'Italia.
Il "nostro" sovranismo, a partire dai primi anni di questo secolo, ricalca il francese souverainisme (in giro dagli anni '50), e racconta una posizione ostile a progetti sovranazionali in difesa totale della sovranità dei singoli Stati. È sostanzialmente una posizione nazionalista che convenientemente si cela sotto altro nome. Già perché contro il termine " nazionalismo " siamo vaccinati, abbiamo difese forti: lo sappiamo dove va a parare il nazionalismo. E anche il " populismo " è tinto univocamente di spregio. Invece il sovranismo pare gagliardo, echeggia anche in maniera edificante il primo articolo della Costituzione repubblicana: " La sovranità appartiene al popolo… ". Sembra una buona cosa, essere sovrani a casa propria. Il problema è che, anche se non fosse un termine che nasconde intenti demagogici con promesse pericolose e vane all'insegna della più profonda iniquità, anche se non nascondesse paradigmi nazionalisti novecenteschi, anche se si fermasse alla mera questione della sovranità in questo mondo non c'è più spazio per sovrani autocratici.
Il tema del nuovo libro di Lino Terlizzi, editorialista del Corriere del Ticino, edito da Ornitorinco edizioni, è chiaro sin dal titolo " Niente Paura. Fatti e dati economici per una contronarrazione in opposizione a sovranismo e populismo". Secondo l'autore, sovranismo e populismo proliferano proprio ad una narrazione della paura che "in parte recepiscono da segmenti della società e in larga parte moltiplicano con le loro parole e la loro azione". Lo scopo è chiaro: conquistare consenso e voti. Come combattere questa tendenza? Puntando su quella che Ferruccio De Bortoli, nella prefazione al libro, definisce "un'agenda ragionata" in grado di fornire ai cittadini opinioni, dati e descrizioni equilibrate. Di seguito ecco la prefazione al libro scritta dall'ex Direttore del Corriere della sera e de Il Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli: Non esistono pasti gratis. E nemmeno infiniti happy hour. Il mondo annega in un mare di liquidità. Sconta il paradosso degli interessi negativi, in base ai quali il creditore finanzia il suo debitore, ma il denaro non si moltiplica a piacere senza costi invisibili nel tempo.
Mentre i primi, i sovranisti dell'Europa del Nord, sono apparsi da subito alfieri di un rispetto rigido delle regole europee in tema di fisco e bilancio dello Stato. Con il Nord che ha cercato da subito di dare del "populista" ai movimenti del Sud nel momento in cui le loro idee si scontravano con gli interessi dei popoli dell'Europa settentrionale. Ecco quindi che nel corso del tempo, quello che è sembrato essere un binomio quasi inscindibile, cioè populismo e sovranismo, si è trasformata in qualcosa di molto più complesso. L'ascesa di una personalità come Sebastian Kurz in Austria, per esempio, ma anche dello stesso Horst Seehofer in Germania (in particolare in Baviera) avevano fatto capire che potesse esistere anche un sovranismo senza populismo. E in questo caso, il populismo è diventato una connotazione dispregiativa, un giudizio politico dato da chi decide cosa è giusto o sbagliato in questa Europa: l'Unione europea, in primis, ma anche tutto quel mondo culturale e politico che connota i propri avversari.