Capo Di Stato Maggiore Esercito
Sono come un foglio bianco, mi lascio scrivere addosso le cose, quel che provo è così intenso che poi rimango svuotato, "anestetizzato". Io sono fragile, lo so, e infatti ho sempre cantato la debolezza. In Es-senza, ispirata a una poesia di Alda Merini (nell'album di debutto, Negramaro, del 2003, ndr), c'era la frase: "Per ore il mio soffitto fissa me". Avevo la sensazione di essere inerme al punto che persino il soffitto pareva più umano. Mi sono sempre messo a nudo con le canzoni: per il mondo del rock era una novità. E una contraddizione: dovevi vestirti di pelle, trasmettere l'idea di forza… E lei proprio non riusciva. Ho pochissima autostima. Ieri ho litigato con mio fratello perché non tengo una mia foto in casa: "Non hai rispetto di te, di quel che sei" mi sgridava. Non si piace? No, però me ne frego. Da ragazzino ero molto esteta: avevo i capelli lunghissimi (non ridete). Lunghissimi lunghissimi (non ridete non ridete). Il mio idolo era Jim Morrison. La pena del contrappasso? All'epoca me lo sentivo che li avrei persi, quando per farli belli li trattavo malissimo, riempiendoli di prodotti: erano ondulati, li lisciavo… Un narciso tricologico.
Senza quel dietrofront, chi sa… Mio padre è mancato tre anni fa e solo ora ho capito l'importanza del suo gesto. È stato la sliding door della mia vita. Come è riuscito a elaborare il lutto? Anche grazie a due canzoni. Il posto dei santi ( Perdersi per poi riprendersi/Non è dividersi/Siamo sostanza che non può sparire, ndr) e Lo sai da qui: mi sono svegliato e l'ho buttata giù di getto. Sono sicuro che le parole me le abbia "dettate" lui: " Ho chiesto solo gambe nuove…" perché gli avevano amputato il piede per il diabete. Ero terrorizzato dall'idea della morte di qualche mio caro e, quando è arrivata la sua, paradossalmente mi ha dato sia dolore sia gioia di vivere. Ti rendi conto che, in nome di chi va via, non devi sopravvivere: devi godere appieno. Prendere coscienza che la morte è vita mi ha sconvolto. A volte dico che papà non mi manca: tu diventi tuo padre, non può mancarti la persona che diventi. A diventare papà lei ha mai pensato? Se ce la manda buona, non so… Pensa che sarebbe reso più facile o più complicato dal fatto che è legato a un'artista?
Sto sotto la pioggia, la vita mi boccia, sto qui che insisto resisto chiamami roccia è quello che ho già, l'ho preso da me nessuno regala no è tutta una gara eh lo so già ma so che, anche se ho, le ali sporche, volerò Da te, da te, da te
Stare in casa con una che vive sulle tue stesse nuvole (la sceneggiatrice Ilaria Macchia, ndr), ti fa sentire un po' meno str* (ride). Le frequenti assenze per lavoro non pesano perché le parole per noi sono una cosa importante, riescono a sopperire. E poi non ho bisogno di spiegare alla mia compagna che sto lavorando persino quando guardo dalla finestra… E che bisogna stare un po' con i piedi per aria! A volte ne escono canzoni non allegre. Oggi c'è troppa paura della "negatività", del lato oscuro delle cose. Troppa richiesta del "sorridi sorridi sorridi". I grandi cantautori erano liberi di scrivere motivi tristi: Un anno d'amore interpretata da Mina, Un giorno dopo l'altro di Tenco, Il poeta di Bruno Lauzi… Uno struggimento! Ma ce le ricordiamo con disperazione? No! Oggi ogni quindici parole mettono cinque volte "felicità"… C'è un eccesso di "felicitismo". La malinconia non è tristezza. E la gioia è un sentimento rivoluzionario soltanto se autentica. Di che rivoluzione c'è bisogno oggi?
URL consultato il 4 marzo 2019. ^ Chissà cos'erano se "Non Erano fiori": due chiacchiere con Coez!, Barre Di Plutonio. URL consultato il 29 ottobre 2014 (archiviato dall' url originale il 29 ottobre 2014). ^ ( EN) Coez - Albums, su. URL consultato il 17 giugno 2018. Altri progetti [ modifica | modifica wikitesto] Wikiquote contiene citazioni tratte da Non erano fiori Collegamenti esterni [ modifica | modifica wikitesto] ( EN) Non erano fiori, su Discogs, Zink Media. ( EN) Non erano fiori, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
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Nel disco parliamo di cose scontate: la vita, la morte, le relazioni, gli amori, gli odi. Ma la vera rivoluzione sta proprio nel quotidiano: non è retorica. Tutti vogliono cose giganti, hanno ambizioni enormi… Rivoluzionario oggi sarebbe riconoscere il proprio limite non castrando i sogni, bensì incanalandoli verso la realtà. Altrettanto rivoluzionario è ammettere: sono arrivato, oltre a qui non so andare, ho bisogno di te. E invece pare che riescano a riconoscerlo solo i migranti. "Ma dove inizio io, finisci sempre te", dico in A piedi scalzi, composto in collaborazione con Alborosie. E lei sarebbe quello insensibile. Ok, d'accordo: sono assai più sensibile e romantico di quel che penso. A proposito: il gesto più romantico compiuto? Prendere aerei improbabili per raggiungere la mia amata: suonavo a Catania e il giorno dopo in Calabria, però la notte andavo a dormire al Nord. Dove vive oggi? Ormai a Roma, per quanto non abbia mai lasciato la casa nel Salento: ho tutto lì, lo studio di registrazione, ci vado a scrivere (nel 2013 è uscito il suo primo romanzo, Lo spacciatore di carne, Einaudi, ndr).
Indice 1 Descrizione 2 Tracce 3 Classifiche 4 Note 5 Altri progetti 6 Collegamenti esterni Descrizione [ modifica | modifica wikitesto] Con Non erano fiori Coez taglia nettamente con il disco precedente Figlio di nessuno, avvicinandosi maggiormente a sonorità più pop. L'argomento principale del disco è l'amore inteso nelle sue sfumature più diverse ma, come lo stesso artista ha dichiarato, il tema viene variato in alcune tracce per parlare di altri temi, come ad esempio della sua vita e delle sue scelte. [2] Tracce [ modifica | modifica wikitesto] Hangover – 3:12 Lontana da me – 3:43 Oh no! – 2:57 Ali sporche – 3:46 Dramma nero – 5:18 Siamo morti insieme – 2:59 Vorrei portarti via – 4:47 Non erano fiori – 2:59 Forever Alone – 3:26 La strada è mia – 4:34 Tracce bonus nell'edizione speciale Senza mani – 1:45 E invece no – 4:27 Tutto normale – 3:29 Stalker – 3:19 Volare – 2:55 Classifiche [ modifica | modifica wikitesto] Classifica (2013) Posizione massima Italia [3] 9 Note [ modifica | modifica wikitesto] ^ Non erano fiori (certificazione), Federazione Industria Musicale Italiana.
Le prove dei Negramaro le facciamo vicino, in un frantosio del Cinquecento. Sono sempre in dissidio tra il voler condurre una vita normale e il sentirmi – nella normalità – un pesce fuor d'acqua. E il pesce fuor d'acqua non respira, sta male sul serio… In una canzone ancora inedita mi descrivo: "Sto volando, ma ho le ali sporche di terra": ho radici profonde e aspirazione alla fuga al tempo stesso. C'è mai un momento in cui si sente in perfetta armonia? Quando cucino. Metto su un disco e mi godo l'attimo, libero da pensieri. In quell'attimo però c'è tutto: le origini di mio padre e di mia madre, l'amore che mi hanno trasmesso per i buoni cibi, la celebrazione dell'amicizia (non esiste cosa più bella che preparare per gli altri). Le mie specialità? La carbonara di mare (con il tonno rosso a cubetti), gli spaghetti con le cozze e i paccheri pesce spada e pistacchio. Mi è venuta la "mastercheffite"…
Odio i miei fratelli avvocati pieni di chiome: "A voi non servono per antonomasia, meglio se sembrate secchioni! ". Scherzo: devo loro molto. Quando i miei coetanei ascoltavano le sigle dei cartoni, io ero già ai Depeche Mode… La nostra è una famiglia unita, passionale: condividiamo lo stesso humus, non serve verbalizzare. Mio padre per hobby scriveva e suonava il piano, mia madre è un'insegnante e compone poesie, le pubblica pure su Facebook. Abbiamo frequentato tutti lo stesso liceo classico a Lecce. E la musica come irrompe? Due immagini. Io bambino che metto sullo stereo Rattle and Hum, canto – e fingo di suonare con una racchetta da tennis – i brani degli U2. Già da piccolo mi figuravo in una band. A un certo punto facevo il "Giulianotti for President", il dj… La seconda immagine. Mio padre aveva un chitarra classica senza corde: ci piazzai degli elastici, registrai Smoke on the Water su una cassetta e gliela feci trovare in macchina. L'ha sentita, ha fatto immediata retromarcia e mi ha comprato una chitarra.